O le agende di governo sono incrociate male, oppure siamo agli sgambetti reciproci. Antonio Tajani taglia il nastro delle due giorni del Ppe in Italia organizzata a Roma con Manfred Weber, il presidente tedesco del Ppe e 177 parlamentari e dirigenti europei del partito. Un programma fitto con titoli impegnativi (“La classe dirigente per l’Europa di oggi e di domani”) che testimonia “il rapporto solido e imprescindibile che unisce Forza Italia al Ppe, nella cornice dei comuni valori liberali, riformisti, europeisti”.

La due giorni sostituisce quella di Napoli poi saltata dopo un affondo anti Ucraina di Berlusconi. Il tema vero sul tavolo è come prepararsi alle elezioni delle 2024 e con quali alleanze. Il Ppe è pronta ad allearsi con i conservatori (come vorrebbero Meloni e Metsola ma non Von der Leyen)? Oppure vuole rafforzare anche nel 2024 la Grosse koalition? E Forza Italia che ruolo potrà avere? Nelle stesse ore, Giorgia Meloni riceverà a palazzo Chigi il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Le relazioni tra i due paesi sono “strette, di fiducia e amichevoli”. Sul tavolo tutti i dossier più importanti, dai rapporti industriali, alle regole di bilancio passando per l’immigrazione. Martedì sera Scholz ha visto Macron. E Macron ieri ha passato la giornata, prima al Louvre poi all’Eliseo con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la figlia Laura e la moglie Brigitte. Il punto è che l’abbraccio complice e sorridente tra Mattarella e Macron surclassa, in termini di politica estera, la visita lampo che Meloni ha fatto martedì a Tunisi al presidente Saied e l’incontro con la delegazione libica del primo ministro Mohamed Dabaiba. Libia e Tunisia, le capitali dei trafficanti di esseri umani. Un problema italiano e anche europeo. Il punto è anche che la due giorni romana del Ppe offusca la visita di Scholz a Chigi. Quindi, o sono sgambetti tra alleati – tranne Mattarella ovviamente che ha l’agenda bloccata da mesi – oppure non si parlano e le agende si sovrappongono.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.