Ma Google si difenderà sostenendo che oggi non c’è scelta tra essere dominatori o morire
Processo Google come la caccia alle streghe
Le udienze del processo a carico di Google, accusato di aver illegalmente esercitato il monopolio delle ricerche Internet sui telefonini di tutte le marche, cominceranno martedì. Contro il gigante dell’informatica si sono costituiti parte civile sia il ministero della giustizia che 38 degli Stati Uniti.
Quando l’America uscì dalla grande depressione che l’aveva straziata dal venerdì nero del 1929, i suoi ideologi e custodi della Rivolutine americana, Franklin Delano Roosevelt prima, e Harry Truman (suo vice e poi successore) decisero che la colpa del disastro doveva essere da addebitare allo strapotere delle gigantesche aziende senza concorrenti e dei grandi ricchi che le possedevamo.
E così furono varate draconiane leggi antitrust che non furono soltanto norme economiche ma ideologiche. Negli Stati Uniti tutto ciò che è nemico dell’America, si chiama Anti-American. Ma più grave e censurabile è il comportamento di chi, essendo cittadino dell’Unione, si comporta come Un-American, vale a dire “therefore treasonable” quindi sospetti di alto tradimento. Non si tratta di valori e sentimenti condivisi con gli europei e nemmeno con la casa -rivoluzionaria del mondo. Quell’America ha oggi ha dichiarato guerra a Google e si avverte nell’aria odore di rogo e legni per le forche. Era già successo con la “House Committee on the Un-American Activities (HUAC) creata nel 1938 dal Presidente Roosevelt per punire sia fascisti che comunisti.
Oggi Google è chiamata a pagare per aver violato i sacri princìpi. L’accusa di fondo, anche se non esplicita? Essere Un-American, estranea nemica dell’identità americana, per aver illegalmente esercitato il monopolio delle ricerche Internet sui telefonini di tutte le marche, decretando così la morte di ogni possibile concorrente, lasciando campo libero ad europei, cinesi, coreani. La prima linea di difesa di Google è stata una dichiarazione in difesa del cittadino americano che si vede imporre prodotti di scarto per puntiglio ideologico.
Nati come land of opportunities, il cui unico re doveva essere l’individuo alla ricerca della sua quota di felicità senza sentire sul collo il fiato dello Stato o dei padroni. Le cose cominciarono a cambiare nei primi anni Sessanta quando un gruppo di giuristi repubblicani guidati dal giudice Robert Bork lanciarono la sfida: perché penalizzare le grandi aziende costringendole a restare piccole e in rissa fra loro, quando l’America deve competere con giapponesi ed europei i quali ingrassano e proteggono le loro gigantesche aziende? La discussione fra opportunisti e rivoluzionari continuò fino agli anni Ottanta quando Washington si arrese col consenso sia dei democratici che dai repubblicani, permettendo che le grandi Corporation dominassero il mercato uccidendo la concorrenza interna.
Il processo che somiglia nello spirito a quelli della caccia alle streghe comuniste del senatore Joseph McCarthy, ed è il processo contro Google. Google il mostro, Google che domina tutti i produttori telefonici infilandosi nei loro schermi come unico provider di Internet, Google che fa il bello e il cattivo tempo in patria all’estero e che impedisce la nascita della concorrenza. Il processo infatti hai fondato su un’accusa strettamente è prettamente americana che sarebbe inconcepibile in Europa e persino Nel Regno unito: l’accusa di totalitarismo nei confronti del libero individuo. Non è quindi un banale processo sulla concorrenza basato su questioni meramente economiche ma è in ballo un principio rivoluzionario non meno imperativo di quello di Karl Marx “lavoratori del tutto di tutto il mondo unitevi”, o dello slogan della Rivoluzione francese “Liberté fraternité égalité”. Google si difenderà sostenendo che oggi non c’è scelta tra essere dominatori o morire.
Le udienze cominceranno martedì e contro il gigante dell’informatica si sono costituiti parte civile sia il ministero della giustizia che 38 degli Stati Uniti. A Google è stato già richiesto un pagamento di dieci miliardi l’anno che andranno ad Apple e a tutti i produttori di smartphones danneggiati dal monopolio. Ci sarà una seduta la settimana per dieci settimane salvo il venerdì pomeriggio.
© Riproduzione riservata




