Con l’arrivo della primavera scatta anche l’ora legale: la luce solare durerà sempre di più nelle giornate e la notte arriverà più tardi. Domenica 27 marzo alle 2 di notte le lancette andranno avanti di un’ora e si dormirà un’ora in meno. Da domenica 27 il sole sorgerà e tramonterà un’ora più tardi.  Sette mesi dopo, nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, le lancette saranno nuovamente spostate, questa volta avanti di un’ora.

Sarà l’ultima volta che succede? Da anni c’è il progetto europeo di un orario unico, per tutto l’anno. Il Parlamento europeo aveva approvato il progetto nel 2018 con il voto favorevole dell’84 % degli Stati membri, a cominciare da Francia e Germania e da tutti i Paesi del Nord Europa mentre l’Italia non è mai stata tra i fautori dell’orario unico.

In Italia l’utilizzo dell’ora legale consente infatti un notevole risparmio energetico. Una vera ricchezza in questi tempi: gli italiani risparmierebbero un miliardo e 700 milioni di euro solo nel periodo 2004-2020. Quel progetto però attualmente resta in stand by. 

Da sempre contrastanti i pareri degli esperti sugli effetti psicofisici del cambio d’ora due volte l’anno. Chi è favorevole all’abolizione dell’ora legale sostiene che sia una fonte di stress, soprattutto nel momento del ritorno all’ora solare quando si dorme un’ora di più ma le giornate presentano un’ora in più di buio. Viceversa il passaggio all’ora legale produrrebbe l’effetto di un piccolo jet-leg.

Da qui i consigli degli esperti che, per mitigare il passaggio dall’ora solare a quella legale, suggeriscono di andare a letto sabato sera un’ora prima lasciando da parte dispositivi elettronici, tv e telefonini e consumando pasti leggeri in modo da favorire il riposo e attutire l’impatto di un’ora di sonno in meno.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.