Mai una nave era arrivata così a sud: la nave rompighiaccio italiano Laura Bassi ha raggiunto un sito inesplorato all’interno della Baia delle Balene, durante la campagna oceanografica della 38esima spedizione italiana del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra). È un record mondiale, assoluto, a coronamento del viaggio partito lo scorso 17 novembre dall’Italia. Il punto raggiunto da ricercatori e tecnici si trova alla latitudine di 78° 44.280′ S, il punto più meridionale mai raggiunto nel Mare di Ross in Antartide. L’obiettivo della spedizione è lo studio delle correnti e della fauna ittica.

Il Programma Nazionale di Ricerche in Antartide-Pnra è gestito dall’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile-Enea per la pianificazione logistica e dal Consiglio nazionale delle ricerche-Cnr per la programmazione scientifica. La nave Laura Bassi è di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale-Ogs di Trieste. È partita proprio da Trieste, è passata a Ravenna dove ha caricato personale e materiali, prima di intraprendere una navigazione di circa 40 giorni verso la Nuova Zelanda. Il 5 gennaio è partita dal porto di Littelton per la Stazione Mario Zucchelli e del Mare di Ross.

“Quello che è eccezionale è che eccezionale è il fatto che ci siamo spinti con la nave, grazie alle competenze e abilità del comandante, fino a un punto a sud tale per cui abbiamo condotto un campionamento scientifico che prima non era possibile fare”, ha spiegato il capo missione Enea, Riccardo Scipinotti, al Tg3. “Dalle primissime osservazioni sembra che sia un’area particolarmente ricca, che possa rifornire la popolazione soprattutto di questa specie, l’Antartic Silver Fish”, ha aggiunto Antonio Di Franco, della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli.

Sono 46 in totale tra ricercatori e tecnici ad alternarsi per portare avanti le attività di ricerca previste nell’ambito di 8 progetti finanziati dal Pnra oltre alle attività in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare. La prima campagna oceanografica è dedicata a sette progetti differenti: attività di lancio e recupero di boe (floating e drifter) per lo studio della circolazione marina; recupero e messa a mare dei “mooring”, sistemi di misura ancorati al fondo del mare utilizzati per lo studio di caratteristiche fisico e chimiche della colonna d’acqua; carotaggi tramite “multicorer” o “box corer” e carotaggi per lo studio geologico del fondale marino, attività di pesca scientifica e indagini di laboratorio biologico e chimico fisico.

La nave si è spinta così a sud per effettuare campionamenti previsti nell’ambito del progetto “Bioclever” (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach) coordinato dall’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) del Consiglio nazionale delle ricerche, grazie anche alla collaborazione dell’osservatorio marino MorSea (Università Parthenope). Le condizioni del mare libero dal ghiaccio hanno consentito la profilatura Ctd e attività di pesca scientifica a ridosso del Ross Ice Shelf (Ris) che in questa posizione è particolarmente basso (circa 8 metri di altezza). Gli studi sui parametri fisici dell’acqua marina hanno evidenziato la presenza di acqua particolarmente fredda, utili allo studio della dinamica delle correnti nel Mare di Ross.

Stadi larvali, giovanili specie ittiche, elevate masse di alghe unicellulari: questo, in elevata densità, quanto emerso dalle prime analisi del materiale prelevato dai ricercatori stando a quanto si legge sul sito dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.  La seconda campagna ripartirà il 7 febbraio. Il rientro in Italia è atteso per la seconda metà di aprile 2023.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.