Curiosità
Referendum: gli elettori di sinistra traditi da Twitter senza comprendere di vivere in una bolla di consenso tossico
L’Italia è andata al voto il 20 ed il 21 settembre per confermare alcuni tra i presidenti di Regione e Sindaci dei comuni della Penisola, ma l’elezione più sentita nel momento dell’emergenza Covid è stata certamente quella per confermare, o respingere, il dispositivo governativo che ridurrà il numero dei parlamentari.
Aldilà del risultato schiacciante, 69% per i sì contro il 31% per i no, il mondo social ha vissuto l’ennesima fregatura. Premesso che fino agli inizi del mese sono stati pochissimi i dibattiti su una votazione popolare partecipata che ha cambiato le sorti della storia. Seppur la maggioranza dei partiti abbia votato tempo fa per ridursi in numero, solo nell’ultimo mese la maggior parte dei quotidiani ha iniziato una maratona per recuperare lo svantaggio previsto nel mese di giugno che dava il risultato già in favore del sì a 75 contro i 25 per il NO.
Tanto clamore per respingere al mittente quello che rappresentava per molti un voto politico sul Governo, soprattutto su Di Maio, ed i social si sono stati riempiti per un mese da profili che inneggiavano alla riduzione della casta, votando sì, oppure alla difesa della costituzione lasciando le cose come stavano per il no. L’urna è padrona ed infatti chi ha votato sì, ha tirato un respiro di sollievo mentre i contestatori sono rimasti senza parole per un risultato che è sembrato davvero deludente visto il clamore che i social hanno generato, facendo credere una rimonta.
La ricerca Twitter effettuata dal Data Journalist, Livio Varriale, ha riguardato il periodo del 1 settembre fino al 22, giorno successivo alle votazioni. La parole analizzate sono state “iovotosi, iovotono, hovotatosi, hovotatono, iohovotatosi, iohovotatono e referendum, restituendo 70,454 tweets, 782,378 Likes, 70,961 commenti, 268,755 condivisioni, 22,907 citazioni.
TOP10 TWEETS
Guardando la topten dei tweets più graditi dal pubblico notiamo come il No prevalga su tutta la lista. Carlo Cottarelli, Carlo Calenda e Giorgio Gori sono stati i più graditi. Chi ha sbancato per la sana ironia invece è stato l’utente @federicovizo87 che rimarraànella storia per aver scritto: Se hai 1kg di pasta in bianco, ne togli 500gr, quello che resta non diventa carbonara. #iovotono
Dello stesso tenore i Tweets degli utenti @VujaBoskov “se tu ha tre giocatori scarsi in squadra, forse soluzione non è giocare resto di campionato in otto. #IOVOTONO” e @PoliticaPerJedi “Il NO al referendum avrebbe straordinari risvolti politici. Bocciando il taglio gli italiani confermerebbero di aver smaltito la sbornia populista archiviando la demenziale avventura grillina e indicando la strada al PD. Il NO cresce, facciamolo vincere.” che la butta sul piano meramente strategico paragonando l’insuccesso ad una sconfitta grillina.
I FAVORITI DEL PUBBLICO
Giorgio la Porta, ha la meglio in termini di preferenze, ma il primo capo di partito ad ottenere riscontri positivi e visibilità è Carlo Calenda con la sua Azione nella parte inferiore dei primi venti. Yoda è il terzo seguito da Gregorio de Falco, Elena Visconti, Simone Baldelli e l’avvocato Giuseppe Palma. Contro il Sì anche la fondazione Luigi Enaudi che è rimbalzata alla cronaca per i verbali dei CTS sul COVID.
HASHTAG
La lista degli argomenti è stata ancora più eloquente per comprendere quanto il mondo di twitter sia stato esposto in favore del NO. Tra gli argomenti più gettonati dal pubblico c’è IOVOTONO con 50.000 utilizzi circa contro i 12.670 del IOVOTOSI. Ancora più significativo che l’unico politico presente nella top 20 è proprio Luigi Di Maio mentre figurano PD e Cinque Stelle unitamente alla Costituzione italiana.
CONCLUSIONI
Secondo una analisi di polarizzazzione del sentiment dei tweets analizzati, c’è da riscontrare come nella fetta dei tweets indicati nella ricerca, il NO sia presente in 48.628 tweets mentre il SI’ 10.993. I risultati dell’urna sono stati praticamente ribaltati.
Cosa insegna questa debacle del consenso sul social del cinguettio?
Che I voti non si fanno su internet, che è facile essere presi ingiro dagli algoritmi che inseriscono gli utenti in echo rooms dove ascoltano e leggono solo i pareri a loro positivi e questo li trae in inganno quando sono in maggioranza. A chi ha giocvato questa campagna di informazione tossica?
Al social che ha macinato visite per l’argomento ed ai politici che si sono promossi sulla vicenda rappresentando un fuoco di paglia per quanto ha riguardato la percezione della realtà. Ancora una volta c’è un aspetto da non sottovalutare e precisamente quello dell’autoreferenzialità che si cozza con la famigerata realtà delle casalinghe di Voghera che, dagli anni 90 ad oggi, rappresentano la primaria fetta di voto utile a vincere le votazioni.
Chi sono stati i soggetti più colpiti?
Gli elettori di sinistra che frequentano maggiormente le piazze social e si sono schierati contro gli indirizzi politici dei loro partiti, rimanendo fregati senza potersi aggrappare allo spauracchio Salvini.
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