Referendum sulla giustizia, a Mezzocannone raccolta di firme del Riformista tra gli studenti

Può capitare di sbagliare e può anche capitare che tu non abbia sbagliato e che la Procura stia indagando per appurarlo. Ebbene, dove passerai il tempo in attesa di conoscere il verdetto? Molto probabilmente dietro le sbarre, in regime di custodia cautelare. Da chi sarai giudicato? Quasi sempre da un magistrato che talvolta si trova lì, più che per meriti professionali, perché appartiene a una determinata corrente. È una persona seria e competente? Chi può dirlo. Se sei fortunato siederai davanti a un magistrato indipendente e imparziale il cui lavoro, in ogni caso, viene giudicato da altri magistrati e quasi sempre positivamente.

Infine, è possibile che quello stesso magistrato, nel corso della sua carriera, abbia svolto sia la funzione di pm che quella di giudice, con tutte le distorsioni e i condizionamenti che ciò comporta. Quella che abbiamo appena descritto è una giustizia degna di questo nome? Possiamo dire con certezza che non lo è ed è proprio per riformare un sistema ormai incapace di garantire ai cittadini un processo equo che il Riformista è in prima linea nella raccolta di firme per a sostegno del referendum per la giustizia giusta promosso dai Radicali.

Dopo le iniziative di Napoli e Roma, al termine delle quali sono state raccolte più di 4mila firme a sostegno dei sei quesiti referendari, oggi il gazebo del Riformista sarà nuovamente nel capoluogo campano, precisamente in Piazza Bonghi, nei pressi di via Mezzocannone, alle 9 alle 14. L’obiettivo? Fare in modo che anche gli studenti delle facoltà universitarie presenti in zona conoscano i contenuti e l’importanza del referendum e abbiano la possibilità di firmare per una giustizia più giusta, efficiente e credibile. Il gazebo sarà allestito in un piccolo triangolo di strada tra la sede centrale dell’università Federico II e quella della facoltà di Giurisprudenza, a pochi passi dalle aule dove si insegnano il diritto e i principi della giustizia.

Una scelta niente affatto casuale perché è da lì che deve partire il cambiamento: dai giovani che domani lavoreranno nelle aule dei Tribunali, da coloro che magari “guai” con la giustizia non ne hanno mai avuti o che finora non sono mai stati vittime di un potere che dovrebbe giudicare in modo indipendente e imparziale. La consapevolezza di vivere in un Paese con una giustizia giusta, un processo giusto e magistrati giusti è un diritto di tutti. Non a caso, a Napoli e a Roma, al gazebo del Riformista hanno firmato pregiudicati, vittime di stalking, giudici e icone della lotta alla mafia. Perché la giustizia giusta è un diritto di tutti.