Un silenzio elettorale, quello scattato oggi in Campania, quasi provvidenziale dopo una campagna che passerà alla storia (si fa per dire) per i cappellini stile Trump dell’ex ministro Sangiuliano, per il comizio elettorale di una candidata di Casa Riformista direttamente sull’altare di una chiesa, per le polemiche sul gozzo del candidato presidente Roberto Fico, per le foto e i paragoni del rivale Cirielli sulla differenza di partecipazione (ovviamente a suo vantaggio) in occasione dell’ultimo comizio elettorale, dimenticando però la differenza di capienza dei due teatri in questione (più grande quello di Fico).

E poi ancora: per le dirette social rigorosamente trash di tiktoker come Rita De Crescenzo a sostegno di un candidato di Forza Italia e per gli attacchi a testa bassa del giustiziere dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. Una campagna elettorale povera di contenuti e antiquata anche sui social. Nessuno ha parlato delle carceri mentre sono state poche e qualunquiste le parole spese per la lotta alla criminalità organizzata e per il rilancio e la riqualificazione delle periferie. In compenso si sono sprecati termini magici come “bonus”, “condoni”, e così via, puntando a sensibilizzare un elettorato stanco e disorientato.

Domenica e lunedì (fino alle 15) saranno chiamati alle urne 5 milioni di cittadini per scegliere il nuovo Governatore della Campania e i 50 componenti del Consiglio Regionale così suddivisi: 27 seggi assegnati a Napoli e provincia, 9 a Salerno, 8 a Caserta, 4 ad Avellino e 2 a Benevento. Saranno elezioni che segneranno, almeno sulla carta, la fine del decennio di Vincenzo De Luca anche se la rete messa in piedi dall’ex sindaco di Salerno sarà difficile da scardinare. Cinque anni fa, quando lo stesso De Luca vinse con quasi il 70% delle preferenze, si recarono a votare il 55% dei campani, oggi la sensazione è che difficilmente si supererà la soglia del 50%. Sono 20 le liste a sostegno dei sei candidati alla presidenza: otto quelle per il candidato di centrosinistra Roberto Fico e di centrodestra Edmondo Cirielli, una a sostegno degli altri quattro candidati indipendenti Nicola Campanile (Per – per le persone e la comunità), Giuliano Granato (Campania popolare), Carlo Arnese (Forza del popolo) e Stefano Bandecchi (Dimensione Bandecchi).

Favorito è il campo largo che anche negli ultimi sondaggi è avanti di almeno sette punti percentuali. Cirielli crede in una rimonta che appare quasi impossibile. Poi a risultati acquisiti il rischio è che possa avvenire una vera e propria resa dei conti all’interno del centrosinistra dove il Pd e la lista di Vincenzo De Luca (“A testa alta”) rischiano di staccare, e non di poco, quella di “Fico Presidente” e dello stesso Movimento 5 Stelle, nostalgico di percentuali superiori al 20% quando c’era il reddito di cittadinanza. Resa dei conti anche interna ai dem dove “deluchiani” e “cacicchi” rischiano di mettere ancora una volta in difficoltà il cerchio magico di Elly Schlein.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.