Scemenze, fesserie e cialtronate populiste. Ci va giù pesante Luigi Marattin, deputato e leader del Partito Liberaldemocratico, dopo il patto siglato in Toscana tra il governatore uscente Eugenio Giani e la vicepresidente del Movimento 5 Stelle Paola Taverna. Un patto siglato in vista delle elezioni regionali che sancisce di fatto l’ennesima sottomissione del Pd al partito dell’ex premier Giuseppe Conte. Un accordo che – sottolinea Marattin – il Pd toscano – pur non avendone alcun bisogno per vincere la competizione elettorale – ha fatto con il Movimento Cinque Stelle di quella regione, accreditato, nelle più ottimistiche previsioni, di un 3-4% medio di consenso”.

Elezioni Toscana, “patto populista suggellato con nobildonna”

Un patto che rappresenta “tutto il peggior armamentario populista e demagogico, più arretrato persino delle posizioni di Rifondazione Comunista del 1994”. Nello specifico “un reddito di cittadinanza regionale. La fesseria della riduzione dell’orario di lavoro (ovviamente a parità di salario). Il salario minimo regionale. Interrompere la crescita delle infrastrutture regionali. L’eterna scemenza dell’ “acqua pubblica”. Chiusura dei rigassificatori e dei termovalorizzatori”.

Un “accordo suggellato da una stretta di mano del candidato presidente con Paola Taverna, una elegante nobildonna che in un recente passato aveva apostrofato il Partito Democratico con raffinati epiteti (“mafiosi”, “schifosi”, “merde”, “dovete morire”) per i quali non si è mai scusata o non ha neanche offerto particolari spiegazioni” incalza Marattin che definisce l’intesa una “Armata Brancaleone“.

Marattin contro l’Armata Brancaleone

Il motivo? “Ai tanti che in queste ore hanno chiesto – allibiti – spiegazioni su questo incredibile comportamento, viene risposto che questo sacrificio è necessario al fine di costruire la stessa alleanza (il cosiddetto Campo Largo) alle elezioni politiche del 2027. Vale a dire, si promette agli elettori toscani una sequenza di cialtronate populiste nella propria regione al solo fine di essere in grado di promettere le stesse (e peggiori) cialtronate populiste agli italiani tra due anni” osserva.

Poi l’attacco ai colleghi della sua stessa area politica: “E che dire dei “centristi” che fanno a gara per accaparrarsi un posto in questa Armata Brancaleone di demagoghi e populisti, per sostenere esattamente le cose su cui si sono, ci siamo, battuti per più di 5 anni. E l’unica cosa che sono in grado di fare quando glielo fai notare è aggredirti e insultarti perché “noi abbiamo tradito”. Noi, eh. Il Partito Liberaldemocratico, lo sapete, è una start-up. E ciascuno dei dirigenti e degli iscritti sa che, come tutte le start up, può andare bene o può andare male. E ciascuno di noi saprà accogliere col sorriso sulle labbra, esattamente lo stesso, entrambi gli esiti. Ma una cosa almeno potremo fare, sempre: guardarci allo specchio tutte le sere senza la vergogna di aver perso la dignità pur di rimanere a tutti i costi a galla” conclude.

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