Cameroni da ostello fino a 40 posti letto negli ex spogliatoi, residenze artistiche e laboratori nei locali precedentemente adibiti alla lavanderia, e perfino un ristorante nell’ex forno. Quello che era il carcere di Santo Stefano a Ventotene si prepara alla sua seconda vita, una vera e propria rivoluzione che lo porterà ad ospitare turisti dove un tempo c’erano i detenuti. Una nuova forma di residenzialità “leggera” per accogliere chi si reca sull’isola per motivi culturali, o anche solo per rilassarsi, meditare ed entrare in contatto con la natura.

Il tutto grazie a un finanziamento ottenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo: 70 milioni nella delibera del maggio 2016, cui ha fatto seguito l’Accordo interistituzionale dello scorso 27 ottobre. “Sappiamo di non avere molti soldi a disposizione, come sappiamo che la domanda sarà vincolata da una serie di fattori, in primis, dal maltempo che rischia di rendere impossibile l’approdo sull’isola”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’Associazione per l’Economia della Cultura Alessandro Leon. Secondo alcune stime, l’isola non sarà accessibile circa il 30% delle giornate per le condizioni meteo.

L’obiettivo è quindi “destagionalizzare” le visite, provando ad attrarre un turismo di tipo culturale – e non solo balneare – nei periodi primaverili e autunnali. Il carcere riqualificato come attrazione principale, quindi, che permetta a Ventotene di sviluppare – di rimando – i vari livelli dell’accoglienza da quella alberghiera a quella della ristorazione. Le previsioni parlano di 36.000 visitatori annui, di cui oltre 10.000 turisti aggiuntivi. Si calcola, quindi, un flusso minimo di 280 persone al giorno. A questi numeri, andranno aggiunti quelli previsti per eventi e spettacoli e visite guidate.

Un restauro “integrato, partecipato ed europeo”, nelle intenzioni di Paolo Orneli, assessore allo Sviluppo economico della regione Lazio. ““Il mio sogno – ha aggiunto – è che, una volta passata la pandemia, Ventotene si popoli di studenti provenienti da tante regioni europee, che verranno qui per studiare dove è nata l’Europa e come questa sia fondamentale e possa cambiare la vita dei cittadini”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.