Una situazione paradossale si sta verificando a Casal Bruciato nella periferia di Roma. Gli abitanti delle case popolari erano stati lasciati senza termosifoni, dopo numerose richieste inascoltate a fine dicembre sono scesi in piazza insieme ai Comitati per ottenere l’attenzione delle amministrazioni. Pochi giorni fa sono finalmente arrivate le caldaie tanto sperate e con esse anche quattro denunce contro i manifestanti. Per gli abitanti delle case popolari di Casal Bruciato danno e beffa.  “In sostanza nel 2020 in questo paese gli abitanti delle case popolari possono soffrire il freddo per settimane o mesi (a molti sono arrivate solo in questi giorni le caldaie nuove), a metà febbraio con l’inverno inoltrato, e se osano protestare vengono anche denunciati”, scrive in una nota Il Comitato Popolare di Casal Bruciato.

Le denunce si riferiscono ad uno dei tanti blocchi stradali effettuati negli ultimi mesi da abitanti, comitati e realtà sociali per protestare contro l’assenza dei riscaldamenti nelle case popolari di tantissime periferie. Le denunce sono relative ai reati di interruzione di pubblico servizio per il blocco degli autobus, manifestazione non autorizzata, incendio e blocco stradale. Sono arrivate ad aderenti del Comitato Popolare Casal Bruciato, della Rete Popolare Tiburtina e dell’Asia Usb. Le proteste riuscirono a portare il caso all’attenzione delle amministrazioni: subito si riattivarono gli assessori competenti e le ditte di manutenzione, risvegliati dai blocchi effettuati.

Le denunce riportano accuse di per sé gravissime (fino a circa 15 anni di carcere complessivi) e chiamano in causa direttamente l’articolo introdotto dalla Legge Salvini sulla “sicurezza” relativo al reato di blocco stradale che aggrava le pene per il reato. “Un articolo, come sollevato da tanti giuristi, che va a minare nella sostanza il diritto a manifestare e la cui costituzionalità è tutta da dimostrare – dicono dal comitato – Ma soprattutto queste denunce esprimono il momento politico attuale. Chi governa questa città e questo paese sta negando di fatto un diritto basilare come quello all’abitare dignitosamente e tramite la repressione ha deciso coscientemente di arginare ogni forma di protesta. Questa situazione è l’emblema dell’impossibilità da parte di tutti gli attuali partiti politici di rappresentare una soluzione per gli abitanti delle periferie”.

“Non lo è l’amministrazione dei 5 stelle – continua la nota – dimostratasi totalmente incapace a gestire le problematiche ordinarie e straordinarie della città. Non lo sono il Pd e le altre forze politiche del centro “sinistra” che ora gridano allo scandalo ma che hanno governato per anni la città, e che ancora governano la regione, consegnando i quartieri popolari e le periferie al degrado e alla povertà. E non lo sono partiti come la Lega o Fratelli d’Italia che vorrebbero candidarsi adesso ad alternativa, un’alternativa evidentemente fatta di repressione e condanne contro chi rivendica diritti di base e contro tutti i movimenti, i comitati e le persone che lottano per il diritto alla casa.  Ma non basterà qualche denuncia a cancellare la consapevolezza rispetto alle conseguenze di questa politica sui quartieri popolari, né a fermare le rivendicazioni giuste e sacrosante degli abitanti e dei loro comitati e associazioni. Già in questi giorni sono state chiamate altre iniziative e mobilitazioni, a partire proprio da quelle palazzine protagoniste delle mobilitazioni per l’immediata riattivazione dei riscaldamenti e che solo adesso, a metà febbraio, stanno vedendo la definitiva soluzione del problema”.

Il Comitato Popolare Casal Bruciato, la Rete Popolare Tiburtina e l’Asia Usb, insieme con gli abitanti di Casal Bruciato, hanno  organizzato per sabato 15 febbraio alle ore 11.30 in piazza Balsamo Crivelli una assemblea per denunciare l’accaduto e discutere della condizione in cui sono costretti gli abitanti dei quartieri “al di fuori dal centro vetrina”. I comitati hanno anche intenzione di continuare la protesta per eliminare la Legge Salvini.

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