Incastrato da filmati e polvere da sparo
Salvatore Lupo, fermato l’ex suocero per l’omicidio di Ferragosto: ucciso in un bar per questioni economiche
Non era stata la mafia ad ammazzare nel pomeriggio di Ferragosto Salvatore Lupo, ex presidente del Consiglio comunale di Favara (Agrigento) ucciso all’interno di un bar del centro. I carabinieri della Compagnia di Agrigento e della Tenenza di Favara hanno infatti eseguito all’alba di questa mattina un fermo di indiziato di delitto nei confronti di Giuseppe Barba, 66enne ex suocero di Lupo, su disposizione della Procura della Repubblica di Agrigento.
Associato presso il carcere di Agrigento, dove nei prossimi giorni sarà interrogato dal gip del Tribunale locale, Barba è accusato di omicidio con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi, di porto e detenzione abusivo di armi comune da sparo.
Lupo venne ucciso il 15 agosto scorso con colpi di pistola, esplosi da distanza ravvicinata, che lo attingevano alla guancia destra, alla spalla destra ed alla regione temporale sinistra, quest’ultimo ritenuto mortale in sede di esame autoptico.
Pur non escludendo inizialmente la pista mafiosa, le indagini in pochi giorni avevano in realtà iniziato a concentrarsi sull’ambito familiare. In particolare dalle prime testimonianze raccolte dagli inquirenti erano emerse pregresse diatribe tra Lupo, importante imprenditore nel settore delle residenze per anziani, con l’ex moglie e il padre di quest’ultima. Conflitti scaturiti da interessi economici connessi alla separazione tra i coniugi.
I carabinieri sono arrivati al fermo dell’ex suocero in particolare grazie all’analisi delle immagini registrate dai vari sistemi di video sorveglianza attivi nei pressi del luogo dell’omicidio di Lupo.
I filmati visionati hanno documentato che l’autovettura di Lupo, una Porsche Macan, verso le ore 17.43 si dirige verso l’America Bar di Favara in via IV Novembre. Dopo aver parcheggiato l’imprenditore si dirigeva nel bar e pochi minuti dopo le telecamere riprendevano il transito di una Fiat Panda in uso all’ex suocero, che parcheggia nei pressi dello stesso bar. Barba dunque scende e si dirige verso il locale: pochi secondi dopo le stesse telecamere registrano un fuggi fuggi generale di passanti e clienti del bar, un trambusto dovuto chiaramente ai colpi di pistola esplosi all’interno. Sfruttando la confusione, l’ex suocero quindi si allontanava dalla scena a bordo della stessa Panda.
Ulteriori prove sono emerse dagli accertamenti di microscopia elettronica eseguiti dai Carabinieri del Ris di Messina, incaricati dalla Procura di Agrigento di analizzare i prelievi eseguiti su Barba e sulla sua auto, in cui è stata rilevata la presenza di numerose particelle di piombo caratteristiche ed univoche dell’esplosione dei colpi d’arma da fuoco.
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