Saman Abbas, il fratello minorenne conferma le accuse: “Uccisa da zio Danish”

Ha confermato le accuse già formulate dopo esser stato rintracciato mentre stava lasciando l’Italia il 10 maggio scorso. Il fratello minorenne di Saman Abbas, 18enne pachistana sparita da un mese e mezzo e probabilmente uccisa, ha confermato in aula davanti al gip il proprio racconto.

La ragazza sarebbe stata uccisa dallo zio Danish Hasnain, indagato per omicidio come i genitori di Saman (fuggiti in Pakistan il primo maggio, ndr) e i due cugini della 18enne, uno latitante in Europa (Nomanhulaq Nomanhulaq, ndr) e l’altro estradato nei giorni scorsi da Nimes, in Francia, e attualmente in carcere a Reggio Emilia.

Il fratello 16enne di Saman ha confermato, alla presenza di un legale, dell’interprete e di una psicologa, quanto già raccontato nei giorni scorsi, ribadendo le accuse mosse contro lo zio, accusato di essere l’autore materiale dell’omicidio di Saman, ‘colpevole’ di opporsi al matrimonio combinato organizzato dalla sua famiglia con in Pakistan ed essersi fidanzata con un connazionale a Novellara.

L’audizione protetta stamattina in tribunale davanti al gip a Reggio Emilia era cominciata alle 9.30 ed è durato poco più di due ore. L’incidente probatorio, a cui ha assistito in collegamento dal carcere il cugino Ikram Ijaz, 28enne arrestato il 28 maggio scorso a Nimes, è servito a ‘cristalizzare’ le sue dichiarazioni. “Sicuramente sono state adottate dal giudice tutte le cautele idonee per garantire al minore serenità e evitare di essere intimidito dall’ambiente”, aveva detto entrando in tribunale l’avvocato Simone Servillo, difensore dei genitori, che sta cercando di contattare la coppia, dopo aver attivato contatti con il consolato del Pakistan.

Un racconto, quello odierno, che combacia con quello già fatto dal 16enne agli inquirenti dopo essere stato fermato il 10 maggio scorso ad Imperia durante un controllo di polizia, mentre tentava di allontanarsi dall’Italia proprio in compagnia dello zio Danish, lasciato poi andare non essendo ancora spiccato all’epoca il mandato di cattura.

Il fratello di Saman era stato quindi accompagnato in una struttura protetta per paura di possibili ritorsioni nei suoi confronti: una struttura da cui, secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Mantova, avrebbe tentato di fuggire, per motivi ancora da chiarire.

Proprio lo zio Danish e i due cugini di Saman, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, sarebbero i protagonisti del video ripreso dalle telecamere di videosorveglianza fuori dalla casa di Novellara dove viveva la famiglia Abbas: i tre venivano ripresi mentre si dirigevano nei campi vicini con pale, piede di porco. Secondo gli inquirenti in quel filmato del 29 aprile scorso i tre stavano scavando la buca per occultare il cadavere di Saman, che sarebbe stata poi uccisa tra il 30 aprile e il primo maggio. Un corpo del quale ancora oggi non si ha traccia, nonostante giorni di incessanti ricerche tra cani molecolari e l’uso di strumenti sofisticati come l’elettromagnetometro.

L’unico fermato dei cinque indagati, Ikram Ijaz, interrogato dagli inquirenti di Reggio Emila si era avvalso della facoltà di rispondere, pur ‘lasciando’ alcune dichiarazioni spontanee al Gip Luca Ramponi. Ikram “ha dichiarato di non aver nulla a che vedere con la sparizione della ragazza. Ha manifestato l’intenzione di rendere dichiarazioni più approfondite al pm nei prossimi giorni”, dopo un ulteriore confronto con i suoi difensori, sottolineava l’Ansa.