Scampia e Secondigliano, nelle periferie di Napoli è lo scudetto dei bambini

È tutto blu. La città si colora di azzurro, è azzurro mare, azzurro cielo, azzurro Napoli. E si tingono di azzurro gli occhi dei bambini di Scampia e Secondigliano. Nei loro occhi c’è lo scudetto e ci sono i sogni, quei sogni che nascono come fiori dal cemento e non si arrendono al vento della criminalità, del grigio delle case popolari, dell’odore insopportabile della colla dell’etichetta: camorra e Gomorra. Hanno vinto loro. La pazza gioia è per loro. La grande bellezza sono i ragazzini con il pallone tra i piedi, è una piazza spaccio che diventa piazza di speranza, si spacciano sogni, si guarda al futuro, si allacciano gli scarpini per iniziare la partita e ci si sente un po’ campioni, come quelli di Luciano Spalletti. La periferia c’è, esiste, e il grigio è solo sbiadito certo non sparito, ma oggi c’è anche altro. Si tirano calci alla sfera sognando di correre sull’erba del Maradona.

Tra Scampia e Secondigliano la tensione per la Festa del Tricolore è alle stelle, l’attenzione è altissima e gli sforzi per far sì che tutto fili liscio sono moltissimi. Nei due quartieri gli addobbi per il giorno magico del Napoli sono stati limitati, niente striscioni enormi e decorazioni troppo vistose (come invece appaiono in tutta la città). Via anche le bancarelle abusive che vendono bandiere azzurre e gadget per la festa. Sono stati incrementati i vigili urbani e chi vive sul territorio garantisce: arrivano subito e fanno chiudere i piccoli esercizi commerciali su strada.

Duplicati anche le forze dell’ordine sul territorio e niente maxischermi in piazza per seguire la partita: troppo pericoloso, la paura è di non riuscire a gestire l’entusiasmo e a contenere i festeggiamenti. È così che i due quartieri sempre additati di essere lo specchio di camorra e Gomorra si preparano ad accogliere il tricolore. Prudenza, attenzione… ma soprattutto sogni. Scampia e Secondigliano da sempre a rischio: ora il rischio è di sfornare nuovi campioni. A Secondigliano, le iscrizioni alla scuola calcio per dilettanti, guidata dal presidente Vincenzo Strino, sono triplicate: più di cento piccoli calciatori pronti a inseguire il sogno. Perché oggi il Napoli fa sognare e se è vero che qui non è un gioco, guai a dirlo, ma è malattia, passione, amore folle, in questi vicoli di periferia lo è ancora di più.

I ragazzini sono tornati in piazza a giocare a calcio, guardano gli eroi dello scudetto in Tv e vogliono essere come loro. Lo scudetto è vostro. È di chi è sempre in affanno, è dei bambini di Secondigliano e Scampia e di tutte le periferie della città, oggi i riflettori si accendono per la gioia. Oggi vincono i sogni. Oggi vince tutta la città, ma questi bimbi vincono un po’ di più. Le luci della ribalta si spegneranno e la festa finirà, dopo le magie degli azzurri ce ne dovrà essere un’altra: realizzare i sogni di chi è nato tra le vele e le palazzine popolari: dopo il vento azzurro, soffi il vento del cambiamento. Quello vero