Piero Sansonetti, direttore de Il Riformista, commenta in merito allo scontro furioso tra Davigo, Ardita e Di Matteo sulla Loggia Ungheria.

Massimo Bordin, direttore di radio Radicale, una volta fede una battuta divertente: ‘Finiranno per arrestarsi tra di loro’. E si riferiva ai pm che arrestavano tutti. Mica si sbagliava tanto. Avete visto questa rissa furiosa che c’è adesso con Piercamillo Davigo? Davigo da una parte e Sebastiano Ardita dall’altra, Nino Di Matteo dall’altra ancora. David Ermini, il vicepresidente del Csm, soprattutto, è in scontro furioso con Davigo.

Sono uscite le indiscrezioni sull’udienza che c’è stata a Brescia in cui si è deciso il rinvio a giudizio di Davigo per aver diffuso questo materiale segreto, che erano poi le dichiarazioni dell’avvocato Amara che rivelano l’esistenza di quella che si chiamerebbe la ‘Loggia Ungheria’ e che sarebbe al vertice della magistratura italiana. Noi naturalmente non sappiamo se sia vero o no, siamo preoccupati perché se è vero significa che tutta la giustizia in Italia è clandestina e illegale. Ma anche se non è vero è la prova in ogni caso di questo scontro furibondo.

Davigo sostiene che la Loggia c’è e che dentro siano tutti suoi nemici. Attacca Ermini che peraltro era suo amico, andavano in vacanza insieme. Poi ci ha litigato perché Ermini non lo ha difeso dalla decisione del Csm di mandarlo in pensione. Ora Davigo lo accusa di cose gravissime. Dice che lui ha preso il materiale e non l’ha denunciato. Non solo, ma è andato da Sergio Mattarella a parlarne, quindi tira in ballo anche il capo dello Stato.

Si può anche ridere di questi magistrati che sembravano grandi autorità, ma fino a un certo punto. Perché vi rendete conto a chi è ancora in mano la magistratura? Sospetto che Luca Palamara abbia detto solo il 10% di quello che andava detto. Ogni giorno che passa e ogni volta che una notizia diventa ufficiale, capiamo che la magistratura è un luogo esclusivamente di potere, talvolta semplicemente di gioco di potere, che non ha nulla a che fare con la giustizia ma con le nostre vite. Questi hanno in mano le nostre vite e se le giocano a domino.

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