Morto dopo aver perso il controllo della sua auto, nella stessa strada dove 18 anni fa, nel 2003, morì anche il padre. Così ha perso la vita nella notte Giovanni Apuzzo, 18enne di Grazzaanise, in provincia di Caserta: il giovane alla guida di una Mercedes si è schiantato nella serata di giovedì contro una recinzione per poi finire la sua corsa contro la tettoia di un’abitazione, come ricostruito dai carabinieri.

Apuzzo è stato estratto dalle lamiere della vettura grazie all’intervento dei vigili del fuoco, allertati dai residenti che per primi hanno chiamato i soccorsi, e quindi è stato condotto in ambulanza presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Nella struttura sanitaria del litorale domizio, a causa delle condizioni apparse immediatamente critiche, è morto nella notte.

La salma del ragazzo è stata trasportata all’istituto di medicina legale di Caserta per l’esame autoptico, mentre sull’incidente sono in corso indagini da parte dei carabinieri della Stazione di Grazzanise per fare ulteriore luce sulla vicenda.

L’OMICIDIO DEL PADRE – E proprio in via Sant’Andrea a Grazzanise, dove è avvenuto l’incidente, era morto nel dicembre 2003 il padre di Giovanni, come scrive ‘Cronache di Caserta’. Domenico Apuzzo, all’epoca 33enne, venne trucidato dai colpi di kalashnikov sparati da sicari della camorra. Piccolo imprenditore agricolo con precedenti penali di poco conto, Apuzzo era su una Opel Corsa assieme al cognato, Salvatore Natale, quando vennero raggiunti dal commando lungo la strada provinciale che collega Brezza, frazione di Grazzanise, a Sant’ Andrea del Pizzone.

Come raccontano le cronache dell’epoca, i due tentarono la fuga precipitando in una canale che costeggiava la strada: i sicari a bordo di una Alfa 75, poi ritrovata bruciata alla periferia di Mondragone, li avevano poi ‘finiti’ sparandogli alla testa mentre erano incastrati in auto nel canale.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia