Il problema della criminalità giovanile in Italia è ormai sotto gli occhi di tutti e quello delle “baby gang” è un fenomeno sociale in aumento negli ultimi anni. Ne abbiamo parlato con Don Antonio Coluccia alla scuola politica organizzata da Matteo Renzi “Meritare l’Europa”, con riferimento a giovani che trovano il loro punto di riferimento in organizzazioni mafiose e spaccio di droga.

Il Governo ha reagito al disagio giovanile introducendo il decreto Caivano. Certo, reagire con punizioni più dure può sembrare la risposta più facile e immediata da dare agli elettori. Ma davvero ne vedremo i risultati nel tempo? La prima cosa sulla quale occorre riflettere è che si tratta di ragazzi che non hanno nulla da perdere e per i quali ormai la visione di un futuro è offuscata. E allora mi sorge spontanea una seconda riflessione: forse sarebbe l’ora che lo Stato italiano provasse a mettere in discussione il proprio sistema scolastico? Certo, possiamo anche continuare ad autoconvincerci che la scuola italiana sia quella che prepara al meglio gli studenti (ed è vero). Ma quanti studenti mollano ogni anno? Quanti ragazzi soffrono di ansia e depressione a causa proprio della scuola?

Avete mai sentito parlare delle “zone blu”? Lo studioso Dan Buettner ha selezionato alcune zone nel mondo dove vi è un’aspettativa di vita più alta e le persone vivono più a lungo e più felici. In queste zone l’aspetto sociale è importantissimo, e sin da piccoli si viene invitati a legarsi in gruppo con altre persone e coltivare amicizie.

Dunque mi sorge spontaneo dire: se affiancassimo al nostro sistema particolarmente nozionistico un sistema più moderno – dove la scuola è aperta più ore, ma viene dato spazio a sport, attività ricreative e soprattutto alla pratica e alla cultura della socialità – forse anche per questi ragazzi la scuola verrebbe vista non più come un’antagonista ma come un rifugio sicuro e in cui avere dei sogni è possibile.

Laura Pinelli - studentessa di Meritare l'Europa

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