Il sondaggio
Social da gogna mediatica e mezzo di censura: così i giovani perdono libertà di espressione
Un sondaggio Youtrend rivela che gli under 34 vedono minacciato un loro diritto. Tra bestie social e politicamente corretto, insorgono nuove problematiche per la democrazia liberale
La libertà di espressione è sempre stato uno degli indicatori cardine su cui si misura la distanza fra autocrazie e democrazie.
Qualcuno obietterà che esistono dei limiti a tale libertà e questo è ovvio: nessuna libertà è assoluta ma i limiti non a caso sono individuati dalle carte costituzionali in modo molto prudente. Negli ultimi anni però, questa libertà appare sempre più compromessa. Il paradosso è legato all’avvento dei social network: se infatti da un lato essi costituiscono senza alcun dubbio un mezzo potentissimo e democraticissimo di diffusione del pensiero dall’altro sono diventati spesso strumento di censura.
Non tanto per ciò che riguarda le fake news, che sono purtroppo libere di circolare senza che sia stato ancora individuato un metodo adeguato per contemperare la libertà di espressione con il diritto ad essere correttamente informati (non è un caso che non vi siano ancora legislazioni efficaci sul tema: comprimere la libertà di espressione per fermare le fake news sarebbe come mettere in carcere qualunque sospettato per fermare il criminale) ma per un vero e proprio movimento di opinione che fa della censura la propria ragione d’essere.
Gli Stati Uniti, patria della democrazia e della libertà, sono il Paese più colpito dal fenomeno: l’estremismo liberal, partendo dal politicamente corretto che pure aveva dalla sua delle ragioni, ha creato un meccanismo di compressione della libertà grazie anche a Twitter. Infatti qualunque opinione in dissenso con il politicamente corretto scatena ormai una gogna mediatica che porta a conseguenze gravi sulla vita professionale delle persone: vengono cancellate, licenziate, emarginate. Da lì, nasce la controcensura conservatrice: una reazione che provoca eccessi grotteschi come la censura del David, ma non ancora, fortunatamente, conseguenze quali licenziamenti dovuti a richieste del tribunale di Twitter (rileggere Bari Weiss e il suo Manifesto). Ne abbiamo parlato e continueremo a parlarne su questo giornale.

Il dato preoccupante però è come questo metodo si stia infiltrando anche in Europa, perfino in Italia. Senza raggiungere per ora i terribili effetti che ottiene invece negli USA. Ne è la prova un sondaggio pubblicato da Youtrend che mostra un dato molto preoccupante: il 61% dei giovani fra i 18 e i 34 anni, interrogati sulla libertà di espressione, hanno dichiarato di non sentirsi liberi di dire quello che pensano quando si parla di argomenti di attualità. È significativo che siano i più giovani a sentire più compressa la loro libertà di espressione: non a caso, sono loro che utilizzano maggiormente i social. Ed è sempre sui social, che la gogna si forma.
E ancora, i social sono il terreno più fertile di diffusione dell’ideologia. Sui social si scatena la propaganda ma anche l’aggressività: quante volte nonostante il vostro tweet vi apparisse logico, avete scelto di non scriverlo per timore degli attacchi massivi? Quante volte avete rinunciato in una discussione ad esprimervi, perché “anche se è vero non si può dire”?
La Bestia è fra noi. E sta colpendo le giovani generazioni, sempre più paralizzate nella loro libertà. La Bestia non è solo quella creata da Luca Morisi per Salvini, la Bestia sono le liste su Twitter, Whatsapp, Telegram, dove vengono inseriti i “nemici” e dove gruppi organizzati preparano attacchi.
La bestia sono i singoli utenti che anziché criticare legittimamente creano la gogna. Questo giornale nel suo piccolo ha scelto, non a caso, di lasciare ai giovani una pagina, ogni giorno, per dare spazio alle loro idee: sono gli studenti della scuola di formazione politica Meritare l’Europa, li potete leggere ogni giorno a pagina 15. Ma di fronte a tutto questo, la politica italiana che risposte dà? La sensazione è che sia incapace di gestire il fenomeno: a destra, il tema della libertà di espressione viene declinato in una paradia del trumpismo. A sinistra, risiedono i nemici di tale libertà, sempre pronti a proporre reati d’opinione mascherati. Fra l’ultraliberal Elly Schlein e il sovranista Matteo Salvini, esiste una terza via? La libertà di esprimersi deve essere recuperata dai giovani: ne va della salute della nostra democrazia.
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