Viaggiava ad “almeno 80 chilometri orari”, in un tratto dove il limite è 50, “non era al telefono né stava facendo ricerche in rete al momento dell’investimento” ma l’ipotesi di un investimento volontario “è da consegnare alle astrazioni, più probabile uno stato d’ira che non sappiamo da cosa dipenda”.  A fare chiarezza sulla strage familiare avvenuta il 6 luglio scorso a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno, è il procuratore capo Paolo Luca durante la conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri convocata per fare il punto sulle indagini relative a Angelika Hutter, la 31enne tedesca che ha falciato con l’Audi A3 una intera famiglia (che si trovava in vacanza) mentre passeggiava sul marciapiede, uccidendo un bimbo di 2 anni (Mattia Antoniello), suo papà di 47 (Marco Antoniello) e sua nonna di 64 (Maria Grazia Zuin), e ferendo la madre.

Una conferenza stampa convocata per fare chiarezza perché – come precisato dalla stessa procura nel comunicato di annuncio – “nei giorni immediatamente seguenti all’incidente e sino ad oggi gli organi di stampa e le televisioni locali e nazionali, hanno dedicato al fatto articoli e servizio video contenenti ricostruzioni caratterizzate da imprecisioni e, talora, anche da vere e proprie fantasie, destinate a creare confusione e sconcerto nell’opinione pubblica”.

La donna, che viveva in auto da mesi,  si trova piantonata nel reparto psichiatria dell’ospedale civile di Venezia. “All’udienza di convalida non era presente. La direzione medica del carcere ha ritenuto di effettuare approfondimenti di natura psichiatrica perché non era pronta a partecipare sotto il profilo emotivo. È una situazione temporanea, forse non indice di situazioni pregresse. Anche se di disagi ci sono più indizi ha spiegato il procuratore capo di Belluno.

Quando le condizioni di salute lo permetteranno, tornerà presso la casa di reclusione femminile della Giudecca. Entro i prossimi cinque giorni dovrebbe essere interrogata. “Passano i giorni è in terapia farmacologica, sta prendendo coscienza di quello che è avvenuto, e entro cinque giorni dalla causa di impedimento dovrà essere interrogata dal gip – ha spiegato il procuratore capo di Belluno -. La speranza è che in quell’occasione possa riferire qualcosa di utile per accrescere il quadro che al momento presenta molti aspetti non chiari”.

“Dai primi accertamenti – ha aggiunto – possiamo dire che Hutter non era al telefono, né stava facendo ricerche in rete al momento dell’investimento. Sarà nominato un consulente tecnico per una perizia sul telefonino. Possiamo dire che, secondo i primi accertamenti conseguenti l’analisi dei video e di 2 testimonianze, Hutter viaggiava ad una velocità costante, ad almeno 80 chilometri orari. Le telecamere hanno ripreso l’auto e 4 secondi dopo, una volta fuori dal cono delle riprese, si sentono i due forti rumori relativi all’impatto. L’ipotesi dell’investimento volontario è per ora astratta“.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Angelika Hutter da tempo viveva e dormiva all’interno dell’autovettura. “Hutter viveva in solitudine, si muoveva con la sua auto, auto dove mangiava e dormiva. Non ci sono segnalazioni che abbia soggiornato in strutture ricettive. Sappiamo che da maggio era presente tra alto Adige e Veneto. Cercheremo di capire il vissuto della donna. Stiamo richiedendo l’autorizzazione delle autorità tedesche” ha sottolineato Luca.

Scappata di casa lo scorso ottobre, dal maggio di quest’anno Angelika si trovava su territorio italiano, in Alto Adige dove il 23 maggio è stata denunciata per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e porto di oggetti atti ad offendere (deteneva un martello lungo circa 30 centimetri). All’interno dell’Audi A3 nera presenti alimenti confezionati, bevande, un frigo da viaggio, una coperta di colore verde, abbigliamento, sandali modello Birkenstock, diverse borsette da donna, una tavola in legno disposta sopra i sedili posteriori e delle tendine parasole che coprivano interamente i vetri laterali posteriori ed il lunotto.

 

 

 

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