La Federazione apre un'inchiesta
Sul podio con la ‘Z’ simbolo dell’invasione, lo sfregio del ginnasta russo ai Mondiali di Doha accanto all’avversario ucraino
Un gesto che non è passato inosservato, in tempi di guerra come questi. Sabato 5 marzo, al termine della finale delle parallele nelle ‘series’ della Coppa del Mondo di ginnastica artistica a Doha, in Qatar, il ginnasta russo Ivan Kuliak si è esibito con una divisa che mostra sul petto una Z, lettera che non esiste nell’alfabeto cirillico russo, ma che è tristemente nota per essere utilizzata sui carri armati e sui veicoli russi in Ucraina, diventando simbolo dell’invasione.
Kuliak, ex campione nazionale juniores, al termine della gara è giunto terzo e sul podio per ricevere la medaglia di bronzo è sfilato con la lettera ben visibile sul petto. Un effetto ancora più inquietante e per e certi versi paradossale è stato il suo essere accanto al vincitore, l’ucraino Illia Kovtun.
Tornando alla ormai nota Z, origine e significato della lettera utilizzata dai russi in Ucraina non hanno ancora una spiegazione ufficiale: secondo alcuni potrebbe essere la traslitterazione in alfabeto latino di za pobedy (“per la vittoria”) mentre per altri significherebbe zapad (“ovest”), a simboleggiare l’avanzata dei soldati russi verso Occidente.
Un atleta ruso subió al podio con un símbolo de la invasión a Ucrania, en la Copa del Mundo de gimnasia artística
El gimnasta ruso Ivan Kuliak terminó tercero en barras paralelas y apareció en el podio con una “Z”. A su lado, estaba el ganador: el ucraniano Illia Kovtun. pic.twitter.com/SXTRPFVNGs
— Apolitico 🇺🇦 (@ApoliticoX) March 6, 2022
Tornando alla questione ‘sportiva’, la Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG) ha annunciato di aver aperto un’indagine sul comportamento di Kuliak, che potrebbe subire sanzioni disciplinari.
Per Kuliak quella di sabato è stata in ogni casa l’ultima occasione per partecipare ad un evento simile: da oggi, 7 marzo, la partecipazione dei ginnasti russi (e bielorussi) alle gare internazionali è stata sospesa, come da richiesta del Comitato Olimpico. Una misura “volta a preservare l’integrità della ginnastica, la sicurezza di tutti gli atleti e di combattere ogni forma di violenza e di ingiustizia sportiva”.
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