Politica
Toscana, la Regione che sfida i partiti tra candidature blindate e civiche vere
Il sindaco di Viareggio Del Ghingaro è tra i promotori di L’Altra Toscana, un progetto politico nato dal basso che offre un’alternativa credibile al di là degli schieramenti classici
A pochi mesi dal voto regionale in Toscana, previsto per il 12 ottobre, si delinea un quadro sempre più complesso e interessante, segnato da tensioni tra partiti, autocandidature e il riemergere del civismo vero contro i camuffamenti strategici.
Il Nazareno ha negoziato a porte chiuse con Avs e M5S su tutte le regioni. Un’eccezione importante resta però la Toscana, dove il governatore uscente Eugenio Giani ha rotto gli indugi annunciando la sua disponibilità a correre per un secondo mandato, di fatto imponendo la propria ricandidatura a Elly Schlein. Giani ha dichiarato che entro fine luglio dovrebbe essere ufficializzata la sua candidatura e che i partiti della coalizione, incluso il M5S, stanno lavorando per trovare un punto di incontro sui programmi. Il suo obiettivo è quello di aggregare nuovamente il cosiddetto “campo largo”, sfruttando la convergenza maturata a livello nazionale, come accaduto per la Campania attorno al nome di Roberto Fico.
Ma la Toscana potrebbe rivelarsi anche il terreno più fertile per un esperimento civico alternativo ai due poli tradizionali. L’iniziativa si chiama L’Altra Toscana ed è un progetto politico nato dal basso, che mette insieme le esperienze di amministratori locali, associazioni territoriali e forze riformiste che non si riconoscono più nel sistema partitico. Tra i promotori ci sono il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro e il valdarnese Francesco Carbini. In un manifesto diffuso nei giorni scorsi a Firenze, hanno definito il movimento come “una realtà in crescita, non un esperimento estemporaneo”. Il civismo di L’Altra Toscana si fonda su partecipazione, trasparenza e autonomia dai partiti. Non è una civetta elettorale ma un patto civico fondato sulle esigenze delle comunità locali.
Il sindaco di Viareggio, Del Ghingaro – per due volte eletto sindaco, da civico – vuole correre con la lista civica senza apparentamento con il centrodestra e il centrosinistra. Ma servono 13mila firme e raccoglierle non è facile, specialmente con il caldo afoso di luglio e agosto. Confida in un mese di bonus. «Se si vota a novembre, saremo in campo. Se vogliono affrettare la chiamata alle urne per il 12 ottobre, rischiamo di non farcela», dice Del Ghingaro al Riformista. Niente è detto. C’è entusiasmo, dalle loro parti. «Io ho tutti i partiti all’opposizione di Viareggio: Avs, Pd, M5S, Lega, Forza Italia e FdI sono la mia opposizione. Perché quando ci sono i veri civici, che dimostrano l’alternativa dai due poli, con il civismo libero, i cittadini li premiano». I civici doc se la prendono con i finti civici, le «stampelle», come le chiamano, che servono solo a portare un po’ di voti in più ai due poli principali.
«Alcuni propongono di riciclare facce note del centrosinistra e del centrodestra sotto mentite spoglie civiche, nella speranza di riattivare un consenso ormai logorato. Ma chi vogliono prendere in giro? Noi de L’Altra Toscana diciamo chiaramente: non tutte le liste che si definiscono “civiche” sono davvero tali. Troppe volte si assiste alla nascita di comitati o sigle che si proclamano civiche, ma che di fatto sono espressione diretta dei partiti, funzionali a loro strategie, incubate nei corridoi del potere. Le chiamano civiche, ma sono civette: servono a distrarre, a confondere, a “ripulire” volti e simboli ormai logori. Non sono alternative ai partiti: sono la loro stampella mascherata», dichiarano in un comunicato stampa.
In questo scenario complesso, resta ancora da capire quali saranno le mosse definitive del centrodestra. Dopo l’ennesimo vertice tra Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi, le candidature non sono ancora definite. Veneto, Marche, Puglia, Campania e Toscana sono ancora oggetto di trattativa. Quel che è certo è che in Toscana, al di là degli schieramenti classici, si giocherà anche una partita sulla credibilità della politica: tra chi prova a perpetuarsi con travestimenti civici di comodo e chi invece punta su trasparenza, competenza e partecipazione reale. Una sfida, questa, che potrebbe cambiare davvero il volto della politica regionale.
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