Il caso della ragazzina rimasta vittima nei giorni scorsi della tragedia della giostra a Galliate in Provincia di Novara ha lasciato tutti attoniti. Una ragazza piena di sogni e di speranze. Una giovane vita spezzata proprio mentre festeggiava il suo compleanno. La tragedia ha colpito una famiglia, ma anche un’intera comunità. È in corso un’inchiesta che chiarirà le responsabilità. Secondo le prime ricostruzioni la ragazza, proiettata verso l’alto, potrebbe aver colpito il ramo di un albero, posto che la giostra non era stata collocata in una zona libera. Altro elemento che è emerso è che l’addetto al funzionamento della giostra, relativamente a quella corsa, era un minorenne (questo non significa automaticamente che abbia sbagliato).

Non voglio entrare nel merito rispetto alle responsabilità individuali in quanto non si devono dare giudizi affrettati. Su una cosa, però, si deve riflettere. Ho visto su YouTube dei video. Non su quella specifica giostra che operava a Galliate, ma in generale sul modello di giostra “Tagadà”. Sono rimasto molto colpito in quanto non è previsto che i passeggeri siano legati. Anzi, il divertimento consiste anche nel cercare di restare in equilibrio mentre la piattaforma della giostra sobbalza. Certo, il giostraio dovrebbe arrestare la macchina quando le persone sono in piedi e non ci sono le condizioni di sicurezza, ma non è previsto un ancoraggio preventivo dei passeggeri che devono pensarci da soli, tenendosi alle maniglie. Al di là delle responsabilità da accertare in concreto, è la giostra in sé che appare pericolosa e forse dovrebbe essere ritirata dal commercio. Oggi la sicurezza viene messa al primo posto con appositi dispositivi che vengono prescritti per ogni sorta di apparecchiatura. Come può questo modello di giostra aver ottenuto le prescritte autorizzazioni e superato i collaudi? Un altro caso si era già verificato qualche anno fa in Puglia. Anche allora morì un quindicenne. Eppure, la lezione non è servita.