Trasporto pubblico a Napoli tra inefficienze e ritardi: “Serve progetto unico”

Il trasporto pubblico sembra essere la maledizione di questa città. Tra traffico impazzito, strade dissestate, treni vecchi e autobus insufficienti a garantire l’efficienza del trasporto della terza città d’Italia, Napoli appare disordinata e senza una strategia per il trasporto. A confermarlo anche l’ultimo studio di Legambiente che ancora una volta ha sottolineato l’abitudine dei napoletani a utilizzare l’auto piuttosto che i mezzi pubblici. Insomma, c’è ancora molto da fare anche. Ne abbiamo discusso con Armando Cartenì, professore di Pianificazione dei trasporti presso l’università della Campania.

Professore, a un anno dalle elezioni del nuovo sindaco e della nuova giunta cosa è cambiato sul fronte trasporti?
«Direi molto, ricordiamoci che quando si è insediato il Sindaco avevamo la galleria della Vittoria ancora chiusa e numerosi disservizi e problematiche che il Covid-19 aveva acuito. Provando a fare un bilancio, dal mese di aprile sono ripresi i servizi della funicolare di Mergellina dopo la lunga chiusura nel periodo del Covid; sono andate avanti le consegne dei treni previsti per la Linea 1 che oggi sono arrivati a dieci ed il primo ha anche, recentemente, terminato le fasi autorizzative e dovrebbe entrare in servizio in tempi stretti. L’azione di rinnovamento degli autobus, iniziata nel 2018 da ANM, è andata avanti con l’acquisto di 88 bus euro 6, 33 bus a metano e 8 bus ibridi e che ha portato ad 8 anni l’età media del parco circolante, tra i più bassi d’Italia, riducendo anche del 33% il numero di segnalazioni di guasti che storicamente producevano grandi disservizi ai cittadini. ANM in collaborazione con il Consorzio UnicoCampania e le altre aziende consorziate ha, inoltre, accelerato sulla dematerializzazione dei biglietti portando a compimento progetti importanti quali l’attivazione dei sistemi di pagamento con QR code e con carte bancarie sulla Linea 1, le funicolari e la linea Alibus molto utilizzata dai turisti che raggiungono la città dall’aeroporto».

Si poteva fare di più?
«Sicuramente sì, ma come si dice “l’ottimo è nemico del bene”. Lasciamo ancora credito all’attuale amministrazione fosse solo per i diversi, ed ambiziosi, progetti in corso di finalizzazione e che saranno operativi nei prossimi mesi. Sempre nell’ambito delle azioni per la digitalizzazione dei servizi per la mobilità penso, ad esempio, alla Centrale del Traffico affidata dal Comune ad ANM e che prevede la realizzazione di un sistema automatizzato di monitoraggio e controllo centralizzato in grado di gestire i semafori cittadini e produrre informazioni utili alla pianificazione di nuove strategie di controllo della mobilità veicolare privata. Penso anche al nuovo sistema di informazione all’utenza sviluppato dalla società Noovle per ANM che entrerà in servizio nelle prossime settimane, e che contribuirà ad aumentare la qualità del viaggio sul trasporto collettivo urbano».

La città è sempre più trafficata e disordinata. Cosa si dovrebbe fare?
«Non esiste una ricetta unica, sicuramente vanno mesi a terra i progetti che menzionavo e i finanziamenti disponibili, ma non in maniera slegata e scoordinata; sono dell’idea che tanti pezzi di una nuova mobilità non facciano una mobilità sostenibile. Come ho detto più volte anche su questa testata, è il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) a definire la strategia unitaria per la mobilità integrata e sostenibile che ci si aspetta per la Napoli del futuro. Il PUMS comunale è stato già redatto ma ancora non attuato, mentre è in corso di redazione quello della città metropolitana che avrà ben più ampio respiro e potrà concretamente e strutturalmente razionalizzare la mobilità complessiva a partire da quella dei pendolari che ogni giorno raggiugono Napoli troppo spesso con l’auto privata».

Legambiente conferma che a Napoli la maggior parte dei cittadini preferisce l’auto al trasporto pubblico. Per invertire il trend a quale città bisognerebbe guardare?
«Sì. Va però realisticamente guardato al trend dell’ultimo anno che è, a mio avviso, lento ma positivo e che andrebbe sicuramente accelerato in futuro».

PNRR e trasporti, che idea ha?
«Il PNRR è una straordinaria opportunità per il nostro Paese e soprattutto per il Mezzogiorno che vede destinati quasi il 50% dei fondi. Ma come tutte le opportunità ha dei rischi e il principale che vedo è quello della capacità di spendere questi finanziamenti nei tempi stringenti che ci impone l’Europa. I progetti e i finanziamenti per Napoli non sono pochi, penso allo stazionamento all’interno del progetto PNRR “MaaS for Italy” di oltre 3 milioni di euro per sviluppare il paradigma della “mobilità come servizio” (Mobility as a Service – MaaS) in città tramite, ad esempio, l’acquisto tramite App di servizi di mobilità integrati come la metro, il bus o con la sharing mobility, oltre a sperimentazioni di soluzioni innovative di sistemi avanzati di assistenza alla guida e di tecnologie di comunicazione veicolo-infrastruttura. Oppure, con riferimento alla transizione energetica, ANM è stata indicata dal Comune di Napoli come soggetto attuatore per la sostituzione della flotta bus con veicoli elettrici e nei prossimi anni verranno acquistati oltre 250 autobus elettrici oltre alle colonnine per una ricarica veloce».