Travaglio bacchetta il Riformista per un articolo del perseguitato Incalza

Con un bel corsivo, ieri, il giornale di Travaglio ci bacchettava (definendoci il giornale dell’imputato Romeo) perché avevamo pubblicato un articolo in due puntate di Ercole Incalza. Colpevole di essere stato – dice il Fatto – uomo della sinistra ferroviaria, cioè del partito socialista (quello che scrisse, per capirci, lo Statuto dei lavoratori…).

Il Fatto lascia intendere che Incalza è una specie di mascalzone. Come del resto, sembra di capire, anche Alfredo Romeo. Il Fatto definisce Romeo imputato, perché non è stato mai condannato. Cioè è incensurato, nonostante sia da molti anni bersaglio del Fatto e di quel pezzo di magistratura che dal Fatto pretende (o che al Fatto comanda: non si è mai capito bene…). Incensurato: la capirà mai Travaglio questa parola?

Quanto ad Incalza è tra le poche persone al mondo che può dire di avere sin qui ottenuto 18 proscioglimenti. Di-ciot- to. Non solo è incensurato, ma a dar retta allo Zingarelli è anche un perseguitato. Una persona inquisita ingiustamente per 18 volte, in qualunque paese del mondo viene considerato un perseguitato. In altri paesi ci si chiede se i Pm che lo hanno braccato sono stati puniti per questa loro evidente faziosità. Da noi questa domanda è blasfema

Travaglio le sa queste cose. Probabilmente sì. E allora perché se la prende in modo così insensato con Incalza? Una spiegazione c’è. Nei suoi due articoli Incalza ha fortemente criticato Matteo Renzi. Se c’è una cosa che Travaglio non sopporta è che qualcuno critichi Renzi!