Il Fatto Quotidiano non risponde alle nostre domande sull’affare Consip-Travaglio. Cioè sul rapporto che – secondo alcune intercettazioni – ci sarebbe stato tra i vertici della Consip e Il Fatto Quotidiano, nel 2017, e che potrebbe esser servito per indirizzare lo scandalo Consip in modo da far male a qualcuno e non ad altri. A prescindere dalla distinzione tra colpevoli e innocenti.

Però ieri Il Fatto ha pubblicato una nota firmata da Gianluca Comin. Chi è Comin? A occhio, dal tipo di impaginazione, sembra che sia un giornalista del Fatto. Non lo è. È un uomo d’affari, serio e prestigioso, ed è colui che in una intercettazione (depositata dal Gip che ha in mano il caso Consip) viene indicato dai massimi dirigenti della Consip come l’uomo che dovrà occuparsi di realizzare “una strategia col Fatto Quotidiano”. Che vuol dire “strategia”? Ammorbidire il giornale? Indirizzare il giornale? Guidare il giornale? Non lo sappiamo, per questo continuiamo a tempestare – inutilmente – di domande l’unico che può saperlo: Travaglio. Lui risponde col silenzio.

Comin ieri, in una lettera al nostro giornale, ha dichiarato di avere avuto effettivamente un incontro con i dirigenti di Consip (Luigi Marroni, che era il numero 1 di Consip, e Francesco Licci che era il capo delle relazioni esterne) ma che poi non se ne fece niente, e quindi lui non ebbe l’incarico di realizzare questa famosa strategia. Noi gli abbiamo creduto, e infatti ieri abbiamo chiesto a Travaglio di dirci quale altra società ebbe poi l’incarico di occuparsi del Fatto, se non era quella di Comin, e se questa famosa strategia fu poi messa a punto, e qual era, e se e in che modo condizionò la campagna Consip del Fatto.

Ieri – dicevamo – abbiamo creduto a Comin, oggi però siamo rimasti stupiti che la lettera a noi – e della quale abbiamo riferito ampiamente sul giornale di ieri – sia stata pubblicata in forma di articolo firmato da Comin sulle pagine del Fatto. È stato Comin a fornire la lettera al Fatto? Cioè esiste un rapporto speciale tra Comin e il Fatto? O gli è stata carpita subdolamente? E poi – ma questo è un affare che non ci riguarda – cosa poteva pensare un lettore del Fatto a leggere una lettera che cominciava con questa parole: «in riferimento agli articoli sul caso Consip…»? Quali articoli? E dove sono usciti? Sono usciti sul Riformista, ma Il Fatto non ne ha mai parlato e dunque potevano conoscerli solo i lettori che oltre a leggere il Fatto leggono anche Il Riformista, che forse non sono moltissimi…

Ora naturalmente non è un problema nostro come fa il giornale Travaglio. Però personalmente sono convinto che lui a fare il giornale sia piuttosto bravo. Come dimostrano i risultati. E allora, se fa un errore marchiano come quello di pubblicare una lettera che in teoria non dovrebbe avere e lo fa senza nemmeno spiegare a cosa questa lettera si riferisce, beh, il dubbio che tutto questo sia dovuto non ad imperizia ma ad eccezionale imbarazzo a me viene. Direi anzi che è più di un dubbio. Se fossi Travaglio direi subito: se uno fa così, se è così reticente, se si chiude in un incomprensibile silenzio e pubblica di straforo le lettere di Comin, c’è una sola ragione: è colpevole.

Ma io non sono Travaglio e continuo a ostinarmi a credere che sia innocente e che nei prossimi giorni, dopo aver studiato bene la situazione, saprà darci una spiegazione almeno un po’ credibile.

Dopo aver rimuginato tra me e me questi ragionamenti, ho dato un’occhiata al Fatto online. Ho trovato un articolo che riguardava l’ondata di arresti compiuta pochi giorni fa dalla Procura di Reggio Calabria, nella quale è incappato anche un consigliere di Fratelli d’Italia, un certo Mimmo Creazzo. Nell’articolo si fa vasto uso di intercettazioni che dimostrerebbero che Creazzo è colpevole – colpevole di commercio di voti mafiosi -, non solo, che è colpevole anche Peppe Scopelliti. Scopelliti in realtà è detenuto da un paio d’anni e non si capisce come avrebbe potuto procurare voti mafiosi a Creazzo. L’unica intercettazione che lo riguarda è una intercettazione al fratello di Creazzo, il quale parla di spostamento di ex scopellitiani verso Creazzo. Non ho capito bene di che reato si tratti. Credo di concorso esterno in scopelliteria. Tutte le intercettazioni usate per incastrare Creazzo e rendere evidente che ha preso voti mafiosi sono intercettazioni di frasi sparse e piuttosto innocue pronunciate da suo fratello. In nessuna intercettazione c’è una affermazione compromettente di Creazzo consigliere.

E allora – dite voi – cosa c’entra tutto questo con Consip e Travaglio? C’entra, perché se devo utilizzare questo metodo di interpretazione delle intercettazioni, allora le intercettazioni nelle quali Marroni e Licci dicono di voler attuare una strategia per Il Fatto Quotidiano sono strasufficienti non per sospettare ma per decretare in primo secondo e terzo grado (e anche alla Corte Europea) la colpevolezza di Travaglio. Colpevole di quale reato? Quantomeno concorso esterno in Consip.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.