Non è stato un omicidio, come inizialmente ricostruito, quello di Pierangelo Repanati, giornalista professionista che dal 2004 al 2009 ha ricoperto anche il ruolo politico di sindaco a Corte Palasio, in provincia di Lodi.

Il corpo del 57enne è stato trovato nel giardino della sua abitazione con profondi tagli alla gola: a lanciare l’allarme erano stati i suoi vicini di casa intorno alle 22 di lunedì sera, udendo urla e grida di aiuto provenire dal giardino dell’abitazione di Recanati. Giunti sul posto, hanno trovato il corpo del 57enne riverso a terra, in un lago di sangue, a ridosso della porta di casa.

Sul luogo dell’omicidio sono quindi intervenute i carabinieri e il magistrato turno, per effettuare i primi rilievi scientifici. Repanati viveva da solo da quando la madre era venuta a mancare: attualmente lavorava come consulente in uno studio di Lodi per pratiche e consulenze.

Le prima indagini, anche alla luce delle ferite al collo, avevano spinto a ipotizzare l’omicidio, magari ad opera di ladri scoperti da Repanati nella sua abitazione. Col passare delle ore però i carabinieri del Nucleo investigativo di Lodi, coordinati dal procuratore capo Domenico Chiaro, hanno avvalorato una ipotesi ben diversa: il 57enne sarebbe morto a seguito di un tragico incidente domestico.

Il giornalista ed ex sindaco di Corte Palasio sarebbe inciampato e avrebbe sfondato la porta finestra della sua abitazione, provocandosi delle lesioni fatali. La Procura di Lodi ha disposto l’autopsia sul cadavere, trasferito all’istituto di Medicina legale di Pavia.

“Era una brava persona, viveva fino a qualche tempo fa con l’anziana madre poi venuta a mancare – ricordano all’Ansa i concittadini che stanotte si sono ritrovati davanti a casa sua, increduli di quanto accaduto -. Recentemente aveva insistito affinché nell’abbazia di Abbadia Cerreto, a pochi chilometri da dove abitava, tornasse la celebrazione della Messa in latino. Era molto credente, cattolico praticante“.

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