Dimenticate gli accordi di pace internazionali, a decidere sulla capitale di Israele sarà un quiz tv italiano, ‘L’eredità’, la Rai e un tribunale italiano. Può sembrare una battuta ma sulla questione chiave del conflitto arabo-israeliano dovrà pronunciarsi un magistrato del Belpaese per porre fine ad una controversia nata durante una puntata del popolare quiz condotto da Flavio Insinna.

Per capire la vicenda bisogna fare un passo indietro e tornare alla puntata del 21 maggio scorso, quando una concorrente aveva risposto “Tel Aviv” alla domanda quale fosse la capitale di Israele. Insinna quindi l’aveva corretta sostenendo che la risposta esatta fosse Gerusalemme.

Due associazioni, l’Associazione palestinesi in Italia e l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, avevano quindi presentato un ricorso, accolto dal tribunale di Roma, stabilendo che il programma dovesse pronunciare alla prima puntata in programma per fine settembre (il 28, ndr) questa frase: “Il diritto internazionale non riconosce Gerusalemme quale capitale di Israele”. Non è stato giudicato sufficiente la mezza retromarcia fatta il 5 giugno dallo stesso Insinna, che aveva letto una dichiarazione in studio parlando di “controversia” e di “posizioni diverse” su quale fosse la capitale di Israele.

Tutto finito? Non secondo la tv pubblica. La Rai, scrive Repubblica, ha infatti deciso di impugnare l’ordinanza del 6 agosto del giudice del tribunale di Roma. Per l’ufficio legale della Rai nel suo complesso l’informazione resa dal conduttore era veritiera e per questo non rientra nel perimetro del diritto di rettifica.

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