Ucraina
Zelensky a Madrid da Sanchez. Ok a 1 miliardo di euro in armi USA
Per Volodymyr Zelensky si tratta di un nuovo tour diplomatico fondamentale. Due tappe che arrivano in una fase decisamente complessa della sua guerra di resistenza alla Russia, e che si gioca sul doppio binario del campo di battaglia e della diplomazia. Da un lato c’è Pokrovsk, con i russi che continuano a premere e che sono stati avvistati anche nel nord della città, snodo logistico fondamentale del Donbass. Dall’altro lato, c’è la volontà di non perdere in alcun modo gli alleati occidentali, soprattutto perché l’assedio russo a est e i bombardamenti che continuano a flagellare il Paese arrivano mentre Kyiv é trafitta dallo scandalo corruzione che fa tremare le alte sfere del Paese.
Ieri Zelensky è stato a Madrid, dove ha potuto incontrare tutte le più alte autorità spagnole. Oltre al vertice con il premier Pedro Sanchez e con il re Felipe VI, il presidente ucraino ha ricevuto dal governo iberico la promessa di un miliardo di euro in armi americane, che saranno comprate dalla Spagna e dirottate all’Ucraina. E questo accordo, oltre a dare nuova linfa vitale all’esercito ucraino, è servito a Zelensky soprattutto per una ragione. Certificare il sostegno occidentale mentre cerca di ravvivare il processo negoziale. Una scelta precisa, chiarita anche dall’incontro organizzato per oggi in Turchia con i rappresentanti di Ankara e l’inviato statunitense Steve Witkoff. Donald Trump, in queste settimane, ha fatto capire di essere particolarmente frustrato dalle mosse del suo collega al Cremlino, Vladimir Putin. Ma allo stesso tempo, il tycoon non ha mai negato di essere stanco del continuo flusso di aiuti verso Kyiv. E se fino a questo momento ha ricevuto l’ok dell’Europa a comprare armi USA da fornire poi agli ucraini, dall’altro lato vorrebbe uscire da una palude diplomatica che lo preoccupa.
La Turchia, da sempre impegnata nell’essere il ponte tra Mosca, Kyiv e Washington vede in questo vertice una opportunità per essere di nuovo al centro della scena. Ma per Zelensky si tratta anche di confermare la volontà di dialogo e far vedere a Washington che nonostante il legittimo desiderio di resistere, l’Ucraina non è sorda alle richieste USA di scendere a patti. Non solo per lo scambio di prigionieri, tema fondamentale sia per Kyiv che per Mosca, ma anche per riuscire a trovare una prima soluzione quantomeno al congelamento del fronte politico. “Abbiamo elaborato soluzioni che proporremo ai nostri partner. Fare tutto il possibile per avvicinare la fine della guerra è la priorità dell’Ucraina”, ha scritto su X il presidente. Ma Zelensky sa che la politica americana su questo è ancora ondivaga. È l’arrivo in Turchia di Witkoff, colui che ha gestito il delicato e altrettanto fondamentale dossier Gaza, conferma il desiderio della Casa Bianca di arrivare a una soluzione il prima possibile.
Lo vuole anche l’Europa, dove continua a imperversare la guerra ibrida russa tra droni sospetti che sorvolano da mesi basi e aeroporti nel Vecchio Continente, e non ultimo dal sabotaggio alle linee ferroviarie polacche, con Varsavia che accusa elementi ucraini arruolati da Mosca. Ma tutto dipende soprattutto dalle intenzioni di Putin. La tenaglia su Pokrovsk non si è fermata, continua a premere e cerca di arrivare il prima possibile alla capitolazione della città. I russi continuano a colpire ovunque. I droni ucraini tentando una risposta contro centrali elettriche e raffinerie nel territorio della federazione.
Dal Cremlino, l’ordine è quello di continuare ad aumentare la pressione su tutto il fronte, e non a caso ha evitato di mandare rappresentanti in Turchia per il vertice di oggi. Il portavoce Dmitry Peskov ha mandato un timido messaggio di apertura al dialogo: “Se qualcuno delle persone da voi menzionate riterrà necessario informare la parte russa, il presidente Putin sarà certamente disponibile a un dialogo”. E Zelensky sa che il Paese non può resistere a lungo. I colpi alle centrali elettriche stanno mettendo a dura prova la popolazione, che sta iniziando a soffrire il freddo e il buio.
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