Green pass o niente lavoro. Scatta oggi l’obbligo di esibire la certificazione verde per accedere all’interno degli uffici. La misura sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021. Come si presenta la Campania a questo appuntamento? «Completamente impreparata – fa sapere Lorenzo Medici, segretario regionale Cisl Funzione Pubblica – Non si sono tenuti in considerazione i piccoli Comuni, nei quali sono in servizio pochi dipendenti. Senza dimenticare che va controllato anche il green pass di chi ha rapporti con la pubblica amministrazione: polizia, fornitori e manutentori, per esempio. Insomma, un caos dal quale sarà difficile uscire».
Poi c’è il nodo della mancanza di dipendenti all’interno della pubblica amministrazione. «Gli organici sono falcidiati da dieci anni di blocco del turnover – continua Medici – In Campania mancano 90mila dipendenti nell’ambito della sanità, degli enti locali e delle funzioni centrali. E complessivamente, in Italia, mancano all’appello 500mila lavoratori». Il green pass, dunque, dimostra quanto sia corta la coperta del personale ne settore pubblico. «Le linee guida suggeriscono di differenziare gli orari di entrata e di uscita dagli uffici, ma qui a stento si riesce ad accompagnare i bambini a scuola e gli adulti a lavoro – sottolinea Medici – L’ipotesi che un sindaco si assuma la responsabilità di rafforzare il sistema di mobilità in funzione dell’apertura degli uffici è inverosimile in alcune realtà territoriali». A questo si aggiunge anche un problema di natura giuridica. «Il personale deputato al controllo del green pass – si chiede Medici – con quale autorità giuridica eserciterà questo compito?». E poi c’è un paradosso. «L’utenza può accedere tranquillamente agli sportelli, quindi il personale va controllato ma gli utenti no. È assurdo», commenta Medici.
Tutto ciò riporta a galla i problemi strutturali che da sempre affliggono la pubblica amministrazione. «Sono dieci anni che c’è il blocco del turnover – ricorda Medici – e mancano gli strumenti digitali e le risorse economiche: in Campania il 60% dei Comuni è in default». Il green pass sarà necessario anche per i lavoratori che effettuano smart working, pena la sospensione dal posto di lavoro. «Questa mi sembra più una mossa scenografica che si giustifica col fatto che, secondo le linee guida, lo smart working è consentito solo a rotazione – dice Medici – Di qui la richiesta del green pass anche per chi lavora da casa». Per chi ha deciso di non vaccinarsi, invece, il green pass potrà essere generato anche in seguito a un tampone. Ma chi pagherà i test? La spesa è a carico del lavoratore a meno che l’azienda non si offra di sostenere le spese.
«Il tampone è quasi un’autorizzazione indiretta a non vaccinarsi e non è giusto che lo debba pagare lo Stato – spiega medici – Chi non si è vaccinato, si paghi il tampone». Nonostante gli sforzi del governo Draghi, dunque, la confusione e i dubbi sul green pass non mancano. Una sola cosa è certa: il lasciapassare sanitario renderà ancora più evidenti le carenze strutturali della pubblica amministrazione campana.
