Il countdown all’obbligatorietà del Green pass nei luoghi di lavoro sta monopolizzando il dibattito e stressando la nazione. Mancano poche ore al G-day che scatterà venerdì mattina. Mentre la politica litiga sui tamponi gratuiti, dopo i gravi scontri di piazza dei no Green pass con i gravi atti vandalici alla Cgil, al pronto soccorso dell’Umberto I e ad un hub vaccinale alla Fiera di Ferrara (avvenuto stanotte), c’è il rischio di ritrovarsi con gli scaffali vuoti nei supermercati. Il nesso c’è, ed il motivo è semplice. Il 90% delle merci in Italia viaggia su gomma e alcuni autisti (molti dei quali stranieri) sono sprovvisti di certificato verde.

Per la Fiap (Federazione italiana autotrasportatori professionali) questo rischio, che si accompagna ad un rincaro dei carburanti ed un conseguente innalzamento dei prezzi delle merci, è più che plausibile: “Il problema del green pass avrà di certo un impatto sulle imprese di trasporto e logistica creando gravi danni economici, tuttavia gli effetti negativi di questa situazione ricadranno soprattutto sulla collettività e sulle industrie, con importanti ripercussioni sull’intera economia, già messa a dura prova dalla pandemia”.

“Nell’autotrasporto, che in Italia muove circa il 90% della merce garantendo gli approvvigionamenti di materie prime e beni utili alla vita di tutti i giorni, viene impiegato per la maggior parte personale viaggiante straniero. Molti di questi autisti sono sprovvisti di green pass. Non necessariamente per una scelta personale di non vaccinarsi, ma perché non tutti i Paesi esteri hanno adottato lo stesso provvedimento o ‘atteggiamento’ rispetto a tale soluzione, oppure perché la vaccinazione effettuata nel Paese di origine non è riconosciuta. La situazione è dunque critica e rischia di avere un impatto devastante sul settore, già gravato da una allarmante carenza di autisti (si stima ne manchino circa 20/30 mila)”, avverte la Fiap.

Inoltre la Fiap avverte che “dai dati raccolti dalle imprese operanti nel settore e da diversi produttori e committenti, si stimano inefficienze e una possibile riduzione della capacità di consegna sino al 50%, questo significa – prosegue – che potrebbero venire a mancare prodotti di consumo essenziali.

Il segretario generale Alessandro Peron si augura “che ci sia una presa di coscienza della reale portata del problema e che il Governo accolga la nostra richiesta di esonerare dal controllo del green pass gli operatori dell’autotrasporto impiegati nelle attività di carico e scarico. Le imprese di autotrasporto rischiano importanti dissesti finanziari a causa dei maggiori costi organizzativi e della sospensione costretta dei servizi per mancanza di manodopera; tuttavia, se non si pone rimedio a questa situazione critica, è l’intero Paese a rischiare l’impasse”.

Riccardo Annibali

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