Non bastava il primo, fallimentare, sciopero dei camionisti, che ha visto maggiori adesione online che sulle strade italiane. In queste ore sta tornando a circolare sui social network di una seconda protesta degli autotrasportatori contro il Green pass, con tanto di data: il prossimo 11 ottobre, quattro giorni prima dell’entrata in vigore dell’obbligo di certificazione verde per i dipendenti del pubblico e privato.

Peccato che, anche in questo caso, lo sciopero sembra avere più spazio online che sulle strade. I sindacati di categoria, ancora una volta, negano un loro coinvolgimento nell’operazione.

Ma come scrive anche Bufale.net, è tra gli stessi camionisti che si prendono le distanze dal presunto sciopero: “Sembra una presa in giro. Uno sciopero serio si fa con dei punti cardini che uniscono un popolo. Volete fare uno sciopero che non serve a nulla accomodatevi. In questo momento noi trasportatori merci abbiamo una grande arma è il martello dopo tanti tanti anni da incudine, punto primo permettere di scontare al 100% dalle tasse rinnovi patenti. Punto secondo scontare dalle tasse al 100% le spese sostenute per lenti da vista che servono per la sicurezza. Punto terzo scontare al 100% tutte le spese giornaliere sostenute trattoria etc.”, è una delle testimonianze riportate.

Una categoria, quella degli autotrasportatori, ancora scottata dal flop della protesta proclamata per lo scorso 27 settembre, quando lo sciopero doveva bloccare l’Italia. Peccato che poi, alla prova dei fatti, il tentativo di protestare in massa contro l’adozione del Green pass si sia rivelata un fallimento.

Il piano, nato in rete su Telegram e Facebook, era quello di bloccare le autostrade contro la “dittatura sanitaria” e l’introduzione dell’obbligo del certificato verde nel settore pubblico e privato. Una protesta che doveva andare avanti fino al 4 ottobre per provocare “rallentamenti sulle Autostrade in tutta Italia, tutti a 30km/h e frecce per riconoscerci”.

Ma tranne sparuti casi di camionisti che hanno effettivamente protestato, la larghissima maggioranza ha lavorato normalmente non aderendo allo sciopero promosso online e non appoggiato dai sindacati di categoria.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia