Una protesta più social che reale. Il fantomatico “sciopero dei camionisti” in programma oggi, 27 settembre, per protesta contro il Green Pass, si sta rivelando un flop.

Uno sciopero nato in rete, tra Telegram e Facebook, per bloccare l’Italia contro la “dittatura sanitaria” e l’introduzione dell’obbligo del certificato verde nel settore pubblico e privato. Da giorni ormai si va diffondendo nelle chat un ‘volantino’ in cui si annuncia una mobilitazione nazionale di sette giorni, da oggi al 4 ottobre, per provocare “rallentamenti sulle Autostrade in tutta Italia, tutti a 30km/h e frecce per riconoscerci“. L’obiettivo? Fermare i “criminali al potere contro il passaporto schiavitù, l’obbligo vaccinale, la truffa Covid e la dittatura instaurata, per la libertà”.

Al momento però l’allarme di un possibile blocco stradale resta infondato: come mostra il sito di Autostrade per l’Italia, finora sulla circolazione stradale non si segnalano rallentamenti per manifestazioni o altri tipi di ‘imprevisti’, ma solo per incidenti e lavori.

Circolano invece diversi video sui social, in particolare Telegram e TikTok, di proteste sparute di camionisti che viaggiano appunto a velocità ridotta, ma il numero di autotrasportatori che ha aderito allo “sciopero” appare veramente esiguo in confronto al bombardamento mediatico avvenuto in questi giorni.

Tra gli stessi ‘scioperanti’ c’è anche chi evoca il complotto e la “censura di regime” contro la protesta: “Non vengono segnalati i rallentamenti causati dalla protesta dei camionisti. Non cercate sulle mappe dinamiche o in radio (sono riusciti anche ad intervenire li), aspettiamo video e divulghiamo noi. Uno schifo a 360 gradi, l’Italia di Draghi è una dittatura”, denuncia ovviamente senza alcuna prova uno dei ‘fan’ della protesta.

La protesta iniziata oggi e che terminerà tra una settimana non ha ricevuto alcun via libera da parte dei sindacati. “Non c’entriamo niente con questa iniziativa”, ha fatto sapere la Cisl Toscana al Resto del Carlino. “Non c’è alcuna rivendicazione sociale, nessun manifesto, non un documento per trattare ai tavoli. C’è solo un tam tam mediatico che non si sa da chi sia partito. Non c’è nulla di organizzato, nessun coordinamento”, ha aggiunto invece Michele Santoni, presidente toscano di Cna Fita.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.