Dopo la laurea
Andrea Cavallari, la fuga finita a Barcellona durata due settimane: “Un abile simulatore”
“Un abile simulatore in grado di riuscire ad ottenere un permesso senza scorta”. È stato definito così – da Giovanni Battista Durante, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – Andrea Cavallari condannato a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo ed evaso due settimane fa dal carcere Dozza di Bologna, dopo essere uscito dalla struttura per discutere la sua tesi di laurea. È stato fermato a Barcellona, dove è finita una fuga misteriosa, e condotta molto probabilmente in compagnia, ma sulla quale sarà necessario far luce per ricostruire spostamenti ed un eventuale favoreggiamento.
L’evasione è avvenuta nel pomeriggio del 3 luglio, lo stesso giorno in cui Cavallari ha conseguito la laurea triennale in “Consulente del lavoro e delle relazioni aziendali”. Si era presentato puntuale in aula, privo di scorta, grazie a un permesso concesso dal magistrato di sorveglianza. Terminata la prova, si era intrattenuto brevemente nel cortile del palazzo universitario per alcune foto con i familiari, prima di andare a festeggiare a pranzo. La comitiva si era riunita al ristorante “The Man and the Sea”, in zona universitaria: con lui c’erano la madre, il patrigno e la nonna. Durante il pranzo, è stato raggiunto da un amico; poco dopo, Cavallari si è alzato con la scusa di andare a trovare la fidanzata, promettendo che sarebbe tornato per farsi riaccompagnare in carcere dalla madre. Ma non è mai rientrato.
Una fuga ben studiata, secondo gli investigatori della polizia penitenziaria. Alla pena che già stava scontando, ora si aggiungerà una condanna per evasione, che prevede da uno a tre anni di reclusione, da scontare interamente in carcere. Nel frattempo, la Procura di Bologna ha aperto anche un’indagine per favoreggiamento, per accertare eventuali complicità nella sua sparizione. I particolari dell’operazione verranno illustrati, alle ore 17, in una conferenza stampa ad Ancona dal procuratore generale della Corte di Appello Roberto Rossi.
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