Promesse e ripromesse, tutte fatte e mai mantenute. La famiglia di Arianna Manzo non ce la fa più a subire lo strazio di vedere la propria bambina soffrire e non avere abbastanza denaro per farla stare meglio. Di non poter fare nulla, nonostante le promesse da mesi fatte e rifatte di corrispondere alla famiglia Manzo una parte del denaro del risarcimento che secondo i giudici spetta ad Arianna per il danno subito dopo un errore medico a pochi mesi di vita.

Non ce la fanno più i Manzo e tramite il loro avvocato, Mario Cicchetti, hanno lanciato l’ultimatum alle direzioni generali dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli, dell’ASL di Salerno e al governatore della Campania Vincenzo De Luca: fissare l’incontro per la sottoscrizione dell’atto transattivo entro e non oltre la data del 15 febbraio 2022. “Considerata – spiega il legale – l’estrema necessità della minore di accedere a delle cure necessarie alla sua sopravvivenza nota, da tempo immemorabile, alle controparti”.

In tanti la conoscono come la “bimba di legno”, Arianna, nata sana, è diventata tetraplegica, sorda e ipovedente per responsabilità ascrivibili esclusivamente ai sanitari che, al terzo mese di vita, le somministrarono, per quindici giorni consecutivi, un farmaco che poteva essere utilizzato solo negli adulti ed esclusivamente per indurre l’anestesia. Per questo motivo le è stato accordato un risarcimento che però tarda a venire a causa di una serie di intoppi burocratici. E intanto le condizioni di Arianna peggiorano di giorno in giorno.

E per questo motivo l’avvocato Cicchetti adesso lancia un ultimatum: “Invito l’AORN ‘Antonio Cardarelli’ di Napoli – conclude l’avvocato Cicchetti – ad eseguire in favore della minore, entro e non oltre il prossimo 18 febbraio, il pagamento del proposto acconto di circa un milione e mezzo di euro in attesa della pronuncia della Corte di Appello di Salerno, dovendosi ritenere naufragata l’ipotesi transattiva per esclusiva responsabilità delle due Aziende sanitarie che riterrò direttamente responsabili di ogni ulteriore aggravamento della situazione già difficilissima in cui versa la minore, soprattutto all’esito dell’incontro verso accertamento peritale”.

In una lunga nota l’avvocato della famiglia Manzo esprime tutto il suo disappunto per la situazione che si è creata. “Vi siete mai domandati perché l’Italia continua a retrocedere e, ad esempio, la Cina, in pochissimi anni, è divenuta la prima potenza mondiale? – scrive Cicchetti –  La risposta, pur apparendo molto articolata, può sicuramente riassumersi, attagliandosi al caso della piccola Arianna Manzo, come segue: il tempo entro il quale le Istituzioni forniscono risposte ai Cittadini. Nel primo caso, infatti, queste vengono ad essere offerte in tempi incompatibili con la vita umana mentre nell’altro sono, pressochè, immediate. Prendete, ad esempio, i tempi entro i quali in Cina, nell’aprile 2015, hanno completato (ossia con anche le rifiniture interne) un grattacielo di ben 57 piani: 19 giorni lavorativi o quelli, entro i quali, nel giugno 2021, hanno costruito un edificio residenziale di 10 piani: 28 ore e 45 minuti. Al contempo, valutate quanto accaduto alla piccola Arianna Manzo, ossia una comune cittadina italiana che, nata sana, è divenuta tetraplegia, sorda e ipovedente per responsabilità ascrivibili esclusivamente ai sanitari che, al terzo mese di vita, le somministrarono, per quindici giorni consecutivi, un farmaco che poteva essere utilizzato solo negli adulti ed esclusivamente per indurre l’anestesia. Il calvario giudiziario e stragiudizario impostole descrive perfettamente tutte le disfunzioni e lungaggini di un sistema che ha relegato il nostro Paese al punto in cui attualmente si trova”.

“E quanto, nelle ultime ore, accaduto nella vicenda della piccola “bambina di legno” lo conferma ulteriormente – continua la nota – Come sapete, per la piccola, ormai prossima alla maggiore età e dopo undici anni di giudizi puntualmente vinti, le parti processuali, ossia l’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli e l’ASL di Salerno, nello scorso mese di novembre, erano addivenute alla determinazione di definire transattivamente l’incresciosa vicenda giudiziaria attraverso il pagamento di circa tre milioni di euro in suo favore. E ciò anche perché costretti da circostanze oggettive: la sentenza emessa dal Tribunale di Salerno nel 2019 che ha visto condannato l’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli al pagamento in favore della minore del maxi risarcimento di tre milioni di euro oltre che la nota perizia voluta dalla Corte di Appello di Salerno – depositata nello scorso mese di settembre- che ha confermato la responsabilità dei sanitari e dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli nella causazione delle gravissime patologie che la affliggono”.

“Sono trascorsi quasi tre mesi dall’ultimo incontro avvenuto presso la Direzione Generale dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli e, a tutt’oggi e nonostante l’ultima comunicazione del 2 febbraio scorso con la quale l’ASL di Salerno ha accettato l’unica condizione posta in tale sede dai genitori della Piccola (ossia non pagare le spese di lite che l’ASL aveva richiesto loro per rendersi disponibile alla sottoscrizione della nota transazione) e i numerosi solleciti rivoltigli, né l’asl di Salerno né l’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli hanno più fatto pervenire loro determinazioni. Da qui l’ULTIMATUM che pone la piccola Arianna Manzo alle Direzioni generali delle due Aziende sanitarie e al Governatore della Campania che, dal maggio 2020, sembrava aver preso a cuore il caso. Considerata l’estrema necessità della minore di accedere a delle cure necessarie alla sua sopravvivenza -nota, da tempo immemorabile, alle controparti-, rinnovo, in via del tutto ultimativa, l’invito a fissare l’incontro per la sottoscrizione dell’atto transattivo entro e non oltre la data del 15 febbraio 2022. In diversa ipotesi, invito l’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli ad eseguire in favore della minore, entro e non oltre il prossimo 18 febbraio, il pagamento del proposto acconto di circa un milione e mezzo di euro in attesa della pronuncia della Corte di Appello di Salerno, dovendosi ritenere naufragata l’ipotesi transattiva per esclusiva responsabilità delle due Aziende sanitarie che riterrò direttamente responsabili di ogni ulteriore aggravamento della situazione già difficilissima in cui versa la minore, soprattutto all’esito dell’incontroverso accertamento peritale”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.