Un lancio di 24 missili “contro l’occupazione americana”, rivendicato dalla milizia filoiraniana Saray Awliya al-Dam (“I guardiani delle brigate del sangue”) è avvenuto nella tarda serata di ieri verso l’aeroporto e la base delle forze della Coalizione internazionale a guida Usa a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Nell’attacco è morto un contractor, soldato professionista di una compagnia militare privata, la cui nazionalità non è stata ancora resa nota, e sono rimasti feriti altri cinque contractor civili e un soldato americano.

Secondo la Cnn, quattro dei cinque civili feriti sono di nazionalità statunitense. “L’occupazione Usa non sarà al sicuro dai nostri attacchi da nessuna parte, nemmeno in Kurdistan”, si legge nella rivendicazione del gruppo armato.

Antony John Blinken, segretario di Stato a Washington, ha ribadito l’indignazione degli Stati Uniti e affermato che “i responsabili ne risponderanno”. “Ho parlato con Blinken del vile attacco a Erbil. Abbiamo deciso di coordinarci da vicino nelle indagini per identificare i responsabili”, gli ha fatto eco su Twitter il primo ministro del Kurdistan iracheno Masrour Barzani, che ha condannato “con la massima fermezza” gli attacchi.

Dopo una serie di incidenti simili, quello di ieri è stato il primo attacco da quasi due mesi a un’installazione diplomatica occidentale in Iraq. Due fonti dell’intelligence hanno confermato all’agenzia Afp che l’attacco è stato effettuato dall’interno della regione autonoma curda.

Da quando l’Iraq ha dichiarato la vittoria contro l’Isis alla fine del 2017, la coalizione a guida Usa è stata ridotta a meno di 3.500 soldati in totale, 2.500 dei quali americani. Erbil è stata presa di mira molto raramente, nonostante l’ultima volta sia successo a gennaio dello scorso anno, quando le forze iraniane hanno attaccato l’aeroporto pochi giorni dopo l’uccisione del generale Qasem Soleimani.

In precedenza il gruppo armato dei “Guardiani delle brigate del sangue”, spiega l’analista della rete Nbc Evan Kohlmann, aveva rivendicato solo attacchi con ordigni rudimentali contro convogli di rifornimenti diretti verso le basi Usa nelle aree di Bassora, Nassiryah e Baghdad. Il loro unico attentato nel Nord del Paese risale allo scorso 26 agosto, quando un camion dell’Oms sfuggì per un soffio a una bomba piazzata nei pressi di Mosul.

Avatar photo

Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.