Rimangono poco più di due mesi come Capitale della Cultura italiana 2023 e l’accoppiata Bergamo/Brescia continua a proporre appuntamenti di notevole spessore. Domenica 22 alle 17 il maestro della fotografia David LaChapelle terrà una lectio magistralis all’Auditorium del museo di Santa Giulia, in cui parlerà della sua opera “Gated Community”, che entrerà nelle collezioni della pinacoteca Tosio Martinengo, e della mostra “Nomad in a Beautiful Land” aperta fino al 19 novembre, in cui lavori del fotografo statunitense dialogano con le opere di Giacomo Ceruti, pittore settecentesco che spesso ritraeva gli ultimi, poveri, vagabondi.

Sempre al museo di Santa Giulia è aperta fino al 28 gennaio 2024 la grande retrospettiva dedicata a Lorenzo Mattotti “Storie, ritmi, movimenti”, con circa 250 lavori tra quadri, schizzi preparatori, appunti, manifesti, animazioni cinematografiche dell’artista bresciano che ha collaborato, tra gli altri, con Michelangelo Antonioni, Wong Kar-wai e Steven Soderbergh, oltre ai lavori fatti per riviste internazionali come The New Yorker, Glamour, Vanity Fair, Cosmopolitan e Le Monde; in mostra è esposto anche un trittico inedito.

Prosegue fino al 19 novembre nelle due sedi espositive del Monastero del Carmine e degli Ex Magazzini del Sale la IV edizione di “Fotografica”, il festival biennale di fotografia di Bergamo che quest’anno ha per tema “Noi, qui”, con cui vuole mettere al centro l’essere umano e i suoi valori. Dodici le mostre aperte, tra cui si segnalano “Io non scendo”, curata da Laura Leonelli, con una selezione di fotografie anonime che hanno catturato donne arrampicate sugli alberi dalla fine dell’Ottocento agli anni ‘60 del secolo scorso, e “La liberazione della follia”, che raccoglie vent’anni di fotografie, dal 2000 al 2021, scattate da Patrizia Riviera durante le attività delle persone affidate alla fondazione no profit Emilia Bosis, che si prende cura di chi ha disturbi mentali.

A cavallo tra un’installazione e un museo, da sabato scorso è possibile partecipare ai tour guidati di MAUA, il museo di arte urbana aumentata grazie al quale i murales di Brescia prendono vita con la realtà aumentata grazie alla collaborazione di 60 tra street artist locali e di fama internazionale e creativi digitali – Emilio Isgrò, Vera Bugatti, Giulia Roncucci solo per citarne alcuni -; inquadrando con il cellulare i lavori dipinti sui muri si possono vedere i soggetti animarsi e uscire dalla bidimensionalità per muoversi nello spazio.

Più tradizionale ma non meno affascinante l’esperienza di MITA, il museo internazionale del tappeto antico, che ha aperto a Brescia il 14 ottobre, dedicato alla conservazione ed esposizione del titanico patrimonio della Fondazione Tassara che raccoglie oltre 1.300 manufatti tessili dalla fine del XV all’inizio del XX secolo ed è considerata probabilmente la più completa collezione privata esistente al mondo, con capolavori provenienti da tutto il mondo – dalla Cina all’India, dal Medioriente al Caucaso, dal Nord Africa all’ambito ispano-moresco.

A Darfo Boario Terme ha inaugurato il 23 settembre il nuovo museo dedicato a Franca Ghitti, artista bresciana scomparsa nel 2012 che ha realizzato opere d’arte con un linguaggio unico e originale ispirato ai segni, ai graffiti e alle tradizioni antiche della Val Camonica. Oltre ad essere un centro studi e a conservare l’archivio dell’artista, il museo espone un nucleo fondamentale di lavori della Ghitti, con un’antologia delle Vicinie – “scatole magiche” composte da una struttura geometrica di legno in cui abitano figure evocative e simboliche – e i cicli di opere dei Tondi, dei Boschi in ferro e in legno, delle Mappe e delle Meridiane, dei Libri chiusi e della Memoria del ferro.

E in attesa del grande evento espositivo di Bergamo dedicato a Yayoi Kusama, ancora per una manciata di giorni è visibile “Il Pugile e la Vittoria”, con i due straordinari bronzi di età ellenistica e romana il Pugilatore in riposo e la Vittoria Alata esposti in dialogo nel Capitolium di Brixia, il Parco archeologico di Brescia.