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Blitz nel carcere di Trapani, 11 poliziotti arrestati e 14 sospesi per torture e abuso d’autorità: video inchiodano agenti picchiatori
E’ di 11 agenti di polizia penitenziaria arrestati e messi ai domiciliari e altri 14 sospesi perché accusati di tortura, abuso d’autorità, falso ideologico e calunnia. E’ quanto emerge nell’indagine coordinata dalla procura di Trapani e condotta dalla stessa polizia penitenziaria all’interno del carcere Pietro Cerulli della cittadina siciliana. Torture che erano “un ‘modus operandi‘ diffuso” sostengono gli investigatori del Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria che, a partire dal 2021, hanno scoperto violenze fisiche e vessazioni “reiterati nel corso del tempo” e “messe in atto da un gruppo di agenti penitenziari” in servizio nel carcere.
Torture in carcere, telecamere inchiodano agenti
Complessivamente sono 46 le persone indagate (per cui è scattata anche la perquisizione domiciliari) nell’ambito dell’inchiesta scaturita nelle scorse ore con l’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Trapani su richiesta del procuratore capo Gabriele Paci. Indagine scattata dopo alcune denunce dei detenuti del penitenziario trapanese che avrebbero subito maltrattamenti in luoghi privi di telecamere. Telecamere che una volta installate (e nascoste) avrebbero registrato violenze reiterate da parte degli agenti nei confronti dei reclusi.
Carceri disumane, da Nordio a Delmastro: governo non vuole vedere problema
Quella di oggi si tratta dell’ennesima inchiesta che sconvolge il mondo delle carcere italiane dopo la mattanza di Santa Maria Capua Vetere in ‘epoca’ Covid, dove solo nel 2024 sono stati registrati (al momento) 80 suicidi, e dove il governo Meloni e nello specifico il ministro della giustizia Carlo Nordio hanno fatto ben poco per il momento. Tutt’altro, con decreti Caivano e altri decreti, hanno inasprito ancora di più le pene e facilitato l’ingresso in carceri sempre più sovraffollate e fatiscenti. A questo vanno poi aggiunte le parole pericolose del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sempre pronto ad infiammare gli animi.
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