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Corona contro Signorini: poco #metoo e tanto gossip

Giornalista Pubblicista, Avvocato. Presidente "Consiglio per la Parità di Genere"
Corona contro Signorini: poco #metoo e tanto gossip

Sul caso esploso Corona – Signorini, sullo sfondo del #metoo italiano, ci sono poche certezze fra tanto parlare.

La prima: Fabrizio Corona si è riaccreditato davanti all’opinione pubblica e non in un posto qualunque, ma al fianco di quei giornalismi di inchiesta (tipo portato avanti dalla trasmissione “Le Iene”) che hanno il doppio sapore del report e dello show. Non è un caso che la prima a stizzirsi sia stata proprio Lei, la Regina degli scoop dopo il caso “Pandoro – Gate”, Selvaggia Lucarelli, che nel vano sforzo di solidarizzare con le vittime di Signorini (vano perché poco credibile nelle vesti di persona solidale), perde di vista il protagonista dello scoop e un certo immorale modus operandi. E’ un posizionamento importante quello di Corona che non ambisce a livelli più blasonati come Report di Rai tre, ma sicuramente è capace di fare più rumore e smuovere di più. Sarà capace di mantenere un certo livello di contenuti e (acquisire) una certa responsabilità?

La seconda: lo stesso Corona dice di fare tutto questo per i giovani e per far deflagrare il movimento #metoo in Italia. A questo non ci crediamo. Anche le vittime da lui indicate sono giovani e tra l’altro, da movimento #metoo, sono appunto “vittime” e invece sono state date in pasto, e con dovizia di particolari, al pubblico dileggio. La conseguenza è presto detta: Signorini avrà la forza di tutelarsi, verrà senz’altro protetto da quel sistema che l’ha protetto sin’ora. Loro resteranno sempre nella memoria pubblica per essersi dati al compromesso. Senza tutela, senza paracaduti. E poco sposta la loro connivenza: il movimento #metoo nasceva per proteggere proprio le vittime dagli abusi a prescindere dall’accettazione (imposta) del ricatto mentre qui è stata fatta tutta una minestra in salsa di spettacolarizzazione.

La terza: se le vittime fossero state donne, anziché giovani uomini, sarebbero state ridicolizzate, schernite e derise come sta accadendo in questi giorni sui social dei giovani uomini di cui Corona ha fatto i nomi? Sono certa di no. L’opinione pubblica le avrebbe protette un po’ di più e non trattate, come ora sta accadendo, come “complici perversi”. Un tanto, al netto di una considerazione (questa sì trasversale fra uomini e donne): le vittime non piacciono mai al grande pubblico che stranamente empatizza più con il carnefice, comprendendolo nella sua esasperazione, nei suoi istinti, nei suoi bisogni (vogliamo far spiegare questa strana attrazione a chi studia i femminicidi che si trova a dover bacchettare la stampa che regolamente si interroga su “cosa abbia fatto la vittima per portare quel bravo ragazzo all’atto criminale?).  Vi è un’oggettiva presunzione di colpevolezza che pesa sulle vittime e pure questo caso non fa eccezione alla regola.

La quarta: i compromessi. Cosa sei disposto a rinnegare dei tuoi valori per arrivare all’obiettivo desiderato? Questo è il vero quesito che aleggia in tutto questo caso e non riguarda solo gli/le aspiranti soubrette nel mondo della televisione ma interessa tutti: c’è chi sacrifica il proprio tempo, chi la famiglia, chi perde la dignità trasformandosi in “signorsì” col capo, chi i propri valori di rettitudine e lealtà per adottare scaltrezza e arrivismo. Solitamente li riconosci subito quelli che non si rinnegano mai: sono quelli che non fanno carriera.

La quinta: gli abusi sessuali presuntivamente subiti fanno doppiamente ribrezzo perché imponevano un orientamento sessuale differente al proprio. Una sorta di battesimo di fuoco imposto alle giovani vittime dai chiari gusti eterosessuali e non omosessuali. Il Codice penale non ne sancisce ma questa è senz’altro una violenza nella violenza, un rito imposto di iniziazione all’omosessualità, a prescindere dal suo prosieguo, che sottintende una perversione ancora più malata del soddisfare un semplice istinto, una sorta di bisogno di sentirne uguali, un’omologazione (così da compiacersene) di giovani uomini intesi come maschi alfa e non già omosessuali.

La sesta e ultima: il sistema scoperchiato da Corona, al netto di quello che emergerà poi, fa schifo e Corona ha fatto bene a denunciarlo.

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