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Dilemma Neet in Italia: cosa possiamo fare

Giornalista e Docente
Dilemma Neet in Italia: cosa possiamo fare

Dilemmi shakespeariani s’intrecciano in un contesto di estrema serietà, richiedendo uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e delle agenzie educative: i verbi “lasciare” e “rimanere” hanno segnato una svolta epocale quando la Brexit ha scosso l’Europa (bisognava scegliere tra leave or remain) generando un profondo impatto socioeconomico. I loro effetti, come un incessante tsunami, si diffusero in modo persistente nel medio e lungo termine.

Una scelta simile che va al di là del Regno Unito, si estende anche all’Italia” soprattutto sul suo mondo giovanile. 

Secondo l’ultimo rapporto Istat, l’Italia si trova in cima all’Europa per il numero di giovani “neet” – coloro che non studiano né lavorano -, con cifre inaccettabili per un paese del G7. I giovani neet, tra i 15 e i 29 anni, rappresentano il 17,7% dei ragazzi e il 20,5% delle ragazze in Italia. Complessivamente, il 19% dei giovani italiani non studia né lavora. Nell’UE, lo scorso anno, i neet costituivano oltre un giovane su dieci, l’11,7%, con una riduzione dello 1,4% rispetto al 2021. “Come sottolineato nel rapporto, la situazione dei giovani neet in Italia è un problema serio che richiede un intervento immediato”, sottolineano dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). I governi si trovano a fronteggiare la sfida di implementare strumenti strutturali, come ad esempio il programma “Garanzia Giovani”, che offre ai giovani tra i 15 e i 29 anni, disoccupati, non impegnati nello studio e privi di formazione, un percorso personalizzato verso l’inserimento lavorativo. Tuttavia, è fondamentale che il programma sia implementato in modo efficace e che non venga relegato a una soluzione episodica, considerando che solo nel 2022 ha aiutato oltre 100.000 giovani a trovare impiego. È importante altresì sottolineare che i risultati dei progetti possono variare a seconda dei paesi monitorati, con politiche attive del lavoro che si distinguono in Spagna, mentre Italia e Grecia faticano a ottenere risultati significativi.

Nonostante ciò, nel nostro paese esistono anche esperienze positive e costruttive come la “Piazza dei Mestieri”, che dopo aver coinvolto decine di migliaia di ragazzi a Torino e Catania (5.000 solo nel 2021), ha aggiunto Milano al suo tour. “La Piazza dei Mestieri rappresenta un modello di successo che dimostra come sia possibile creare opportunità per i giovani attraverso l’imprenditoria sociale e la formazione”, sottolineano i curatori del progetto. 

Tuttavia, queste sono solo gocce nell’oceano. 

La situazione dei giovani neet in Italia rappresenta un problema serio che richiede un impegno collettivo. Come recita un antico proverbio africano, “Per educare un bambino, ci vuole un villaggio”. È essenziale che istituzioni, imprese, scuole e organizzazioni della società civile collaborino per offrire opportunità di formazione e lavoro ai giovani italiani, valorizzando così il loro potenziale e contribuendo alla crescita e allo sviluppo del paese.