“Mi sono sentita messa in discussione non solo come padrona, ma anche come donna, come moglie e come madre. Si è persino dubitato del mio stato di salute mentale e del modo in cui crescessi i miei figli”.
Così Emilia Pawlak si sfoga. Sullo sfondo, il paesaggio poetico dell’affascinante Civita di Bagnoregio avvolta dalle nuvole in una domenica di pioggia che volge al termine insieme a una settimana altrettanto burrascosa per lei e tutta la sua famiglia. Al suo fianco, il compagno Gabriele, i figli Enrico (17) ed Edoardo (15), e le due cagnoline Audrey e Calliope. Anzi tre, c’è pure Eve, la nuova arrivata, una cucciola di rottweiler dolcemente regalata da uno sconosciuto qualche giorno fa.
Una gita fuori porta, tutti insieme, nella Città che muore, per riscoprire la bellezza della vita e provare a mettere da parte, anche solo per un attimo, il vuoto incolmabile legato alla perdita di Cody. Si tratta del rottweiler di quasi un anno che lo scorso 27 ottobre è volato giù dalla finestra dell’appartamento al terzo piano in Via Frattina, una delle vie dello shopping nel cuore di Roma, a due passi da Piazza di Spagna, tra lo sgomento di residenti, turisti e commercianti della zona.
Dalle testimonianze si evince che l’animale si sarebbe avvicinato al davanzale, probabilmente attratto dal rumore o dal passaggio di qualcuno o qualcosa all’esterno, quando avrebbe perso l’equilibrio. Niente di meno di un tragico incidente nel quale è rimasta, tuttavia, coinvolta una donna incinta al secondo mese che sarebbe stata colpita, secondo alcuni, spaventata, secondo altri, dal crollo del cane a tal punto da sbilanciarsi e cadere a terra.
È il motivo per cui ora Emilia rischierebbe l’accusa per lesioni colpose. “Chi possiede un cane – ricorda l’Organizzazione internazionale protezione animali – ha l’obbligo di custodirlo sempre con attenzione poiché un cane è come un bambino e dunque va controllato per evitare danni a sé e al prossimo”. Ma questo Emilia lo sa bene, e trema al ricordo della vista del suo Cody agonizzante sull’asfalto in una pozza di sangue. “Ero sola in casa, il mio compagno stava al lavoro e i bambini a scuola – ripercorre l’accaduto – Ero sotto la doccia quando ho sentito un tonfo assodante seguito da grida d’allarme provenienti dalla strada. Mi sono precipitata di sotto e non potevo credere ai miei occhi”.
“Ci hanno impedito di soccorrere Cody – spiega Emilia – perché i carabinieri avrebbero dovuto prima effettuare dei rilievi, dicendoci che un’ambulanza veterinaria era già in partenza scortata da un’auto dei vigili, ma quando è arrivata sul posto per lui era ormai troppo tardi. Soltanto chi possiede un animale domestico può davvero capire il dolore che proviamo, alimentato dal senso di impotenza. Come se non bastasse, non ci hanno ancora restituito il corpo in attesa di un’eventuale autopsia”.
Il feto, invece, sta bene – fanno sapere i medici – mentre la ragazza è sotto osservazione al policlinico Umberto I. “Sono naturalmente preoccupata per le sue condizioni, sono una mamma anch’io e so cosa significa perdere una gravidanza. Spero si rimetta bene e in fretta e che, come noi, possa presto lasciarsi alle spalle questa drammatica vicenda che altro non è che una disgrazia imprevedibile” aggiunge Emilia, che in queste ore è bersaglio di insulti e minacce via social e non solo.
Già, perché l’episodio, che sta facendo discutere tutta Italia, divide l’opinione pubblica, online e offline, tra quanti mostrano solidarietà ad Emilia e quanti, al contrario, ne giudicano operato e stile di vita. Versioni e ricostruzioni si susseguono e sovrappongono, diverse e inarrestabili, a tratti inverosimili. Tutti si sentono in dovere di dire la propria. C’è addirittura chi insinua sia stata lei a gettare il cane di sotto. D’altronde, in un’Italia più giustizialista che garantista, ci si diverte a fare a gara a chi individua più velocemente il colpevole, che c’è sempre in qualsiasi storia. A maggior ragione se ci scappa la vittima. Eppure, in questa storia, di vittima ce ne è soltanto una. Cody. E a lui va il mio pensiero.
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