Cosa è l’arte se non occhio sul mondo?
Occhio attento, sensibile, riflessivo e scrupoloso. Occhio parlante, narrante, descrivente. Come quello di Iv Toshain, artista visuale di origine bulgara ma naturalizzata austriaca, nella sua mostra “I for an eye“.
“L’ispirazione del titolo nasce a fronte delle guerre russo-ucraina e israelo-palestinese, allo scopo di superare il concetto arcaico di ‘occhio per occhio’ e promuovere un futuro fondato sull’unità, la compassione e l’illuminazione – ha spiegato – L’obiettivo dell’esposizione, quindi, è esplorare il ciclo dei conflitti e le loro conseguenze, riflettere sulla natura perpetua della vendetta e della violenza, incoraggiare il cambiamento verso gli ideali di fratellanza, giustizia e perdono“.
In primo piano, tra le opere di Iv Toshain esposte alla Rocca Paolina di Perugia fino al 28 gennaio, c’è una site specific di 4×5 metri, realizzata con 2000 lame di metallo, somigliante a un tappeto di stelle cadenti montate verticalmente, che evoca l’immagine di un esercito. Un’immagine ricorrente nella vita dell’artista, che non a caso ha trascorso parte della sua infanzia in Iraq e in Libia, due realtà statuali frutto del colonialismo. Certi temi sono infatti così delicati, difficili, profondi, che se ne può parlare in modo credibile solo se si è vissuto in prima persona un contesto di guerra permanente.
“Il linguaggio visivo crudo e tagliente di quest’opera rispecchia le battaglie che ogni giorno affrontiamo a livello globale. Il commento femminista aggiunge un ulteriore livello di profondità, evidenziando la lotta in corso per l’uguaglianza di genere – ha detto, a tal proposito, il curatore della mostra, Giuseppe Simone Modeo – In quest’ottica, la creazione di Iv Toshain è uno struggente promemoria del fatto che, anche di fronte alla crudeltà, esiste il potenziale per la bellezza”.
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