Il primo passo è già una direzione. Nella vita non faccio l’economista, ma i numeri li gestisco attraverso il ragionamento, le idee, il guardare oltre, in sintesi la visione. La vita è ferma se la guardi da fermo, e allora dobbiamo andare e fare i conti con l’autunno alle porte e poi l’inverno, lungo e freddo, troppo lungo, troppo freddo. Da mattina a sera, dalle Tv ai giornali, dai politici agli economisti, da chi non ne capisce nulla ma parla per stare sul pezzo, tutto ormai da mesi ruota intorno all’arma russa contro l’occidente, anche perché uno stop totale delle forniture russe all’Europa da possibilità è divenuto una probabilità e se accadesse il rischio di una recessione – che non possiamo permetterci, sarebbe concreto.
Proviamo a tracciare un programma e soprattutto a smetterla di farci domande se l’Europa è davvero vittima di un conflitto che ha contribuito a far impennare di dieci volte i prezzi rispetto ai valori precedenti la guerra è legittimo. Siamo di fronte a una sorte di allarmismo e speculazione – che ricordo era in corso prima del conflitto con l’Ucraina – oggi accentuato, fuori misura, e allora la strategia sarà quella di risparmiare il 40% del Gas russo. Si può fare, proviamo a capire da dove partire. Le attività produttive saranno intensificate nelle ore diurne per sfruttare al massimo le rinnovabili, ovviamente facendo pagare l’energia a un costo ante-guerra, sia Gas che energia elettrica, per poter garantire la competitività. Il sacrificio più grande – anche questa volta – sarà richiesto a tutto il Paese con la riduzione del riscaldamento e delle attività notturne, che sia chiaro nessuna limitazione alle scuole tutte, di ogni ordine e grado e alle strutture sanitarie.
Gli studenti universitari, che non sono i figli dei ricchi, fuori sede saranno penalizzati insieme alle loro famiglie in maniera devastante. Oltre ai fitti – il peso sconsiderato dovrà essere arginato e supportato attraverso borse di studio che dovranno consentire una regolare attività in presenza. Il Ministero, gli Atenei, i rettori facciano per competenze la loro parte, un Paese civile, educato, responsabile, visionario non si giudica solo dal passato, non basta, viva l’Italia del futuro che anche questa volta ce la farà. Sono certa che non basterà il mio ottimismo, i miei buoni propositi, tutt’intorno c’è la politica nazionale e internazionale, l‘Europa che si dimena a trovare soluzioni in ognidove, a qualunque costo, la finanza che tutto muove (a volte i grandi devono stare lontani dalle finestre, altrimenti volano, ma non hanno le ali e si schiantano) e alla quale si ubbidisce, ma da questa impasse bisogna venirne fuori, costi quel che costi, patendo meno danni possibili. Io sono terrorizzata dal rimanere ferma ad aspettare, non mi è mai riuscito facile attendere, pazientare, con un raggio di luna in tasca, da ultima romantica vivente, la Russia sarà causa del suo male e piangerà se stessa dolorosamente.
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