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La mia idea di come ripartire: l’esame si può fare a scuola

Imprenditrice
La mia idea di come ripartire: l’esame si può fare a scuola

Più che circolari mi fiderei dei docenti, del collegio, dei dirigenti e del buonsenso. Sono temi complessi e delicati, che coinvolgono il futuro di milioni di famiglie. Per questo dobbiamo sempre ricordarci di affrontarli con la consapevolezza del fatto che non parliamo della riapertura di un luogo come gli altri, ma di quello da cui passa il percorso di crescita e di maturazione dei nostri figli.

E’ una considerazione di Gabriele Toccafondi Capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera, ed io mi sento di condividerla e porla come punto di partenza di un discorso impegnativo e complesso che coinvolge tutti gli studenti. Pare chiaro – con i suoi cento consulenti, e voglio evidenziare la polemica – che la Ministra Azzolina non ha intenzione alcuna di riaprire le scuole, e questo pare sia un danno in tutte le sue sfumature per uno studente. La verità è che non se ne parla abbastanza della scuola. Pare sia un argomento da evitare e evitato, leggevo la Cuzzocrea – cronista politica di La Repubblica – su Twitter, vi riporto la sua considerazione virgolettata “Una cosa mi fa impazzire: che sabato, in ore e ore di riunioni a catena, con Premier, Ministri, Capi-delegazione dei partiti, esperti del comitato scientifico e della Task-force Colao, nessuno vi giuro nessuno ha nominato la scuola. O si è fatto venire una sola idea al riguardo” – è una riflessione vissuta, pensata e scritta sul campo quindi reale, e la politica sembra abdicare alla propria responsabilità. Nel mentre il mio cellulare mette in campo tutte le suonerie a seconda delle App e dei gruppi – associazioni dei genitori, insegnanti, studenti, che mi chiedono di intervenire e di fare da ponte con le istituzioni, di essere la voce del territorio. Le proposte sono diverse, ma hanno un denominatore comune, gli alunni delle quinte degli istituti della scuola secondaria superiore vogliono tornare in classe: “a noi un mese basta, chiosano all’unisono”.

Un mese è un mese di preparazione e di simulazione d’esame, in un mese possiamo recuperare la qualità dei contenuti delle materie d’esame. Le piattaforme, l’impegno dei docenti, i sacrifici delle famiglie e l’aspetto psicologico degli studenti sono da tenere tutti nella stessa considerazione degna di rispetto e di sforzi. I problemi tecnici riassumiamoli semplicemente così li hanno avuti tutti, senza farne tragedia, ma oggi pare ci sia la possibilità – visto che la volontà non manca – di poter tornare a scuola. Un ultimo mese di lezione, per le sole quinte, nell’Aula Magna, palestra, corridoi, a giorni alterni le sole materie d’esame. Non sciupiamo questa possibilità, siamo pratici, l’esame è una cosa semplice, non facile. Semplice e bellissimo per chi in tutta la sua vita avrà l’incubo della notte prima degli esami. La generazione del duemilaeuno non deve pagare nessun prezzo a un sogno non vissuto. Forza ragazzi, ce la possiamo fare a vivere una delle esperienze più belle che uno studente vive nella propria vita, e poi magari raccontarlo. Non sarebbe la stessa cosa da remoto. E il futuro questo lo sa.