Scampia Scampia, gli incensi missionari del politicamente corretto di questi giorni mandali via. Scampia Scampia, all’orizzonte regionale non vedere il messia. Nelle battaglie contro mafie, ignoranze e cattiva ingegneria sii ispirata come Davide contro Golia. Tragedie locali richiamino soluzioni con coinvolgimenti sovranazionali. Anche i nostri concittadini italiani di Scampia sono cittadini della patria italeuropea.
Anche loro hanno diritto, al pari di tutti gli altri europei, a una vita più sicura. Mi aspetto che ad investire sulla sicurezza e sulla coesione territoriale dei diritti sociali dei dimenticati di Scampia sia anche questa nuova vecchia Europa, oltre alla Regione Campania e alla nostra Repubblica, affinché delle elezioni europee non si arrivi mai a dire “tanto rumore per nulla”: sarebbe uno spreco per la nostra democrazia europea.
Il cittadino europeo medio è stato per anni indebolito davanti ai poteri forti transfrontalieri e globali, divenendo spesso mero consumatore. Il cittadino medio è stato soggiogato, nella sua libertà economica, anche di fronte a quella idea che essere in crisi è normale o necessario in nome di un presunto e astratto bene superiore (macché!).
Nel DNA del cittadino europeo medio si è proceduto ad iscrivere una ipoteca culturale troppo ardua da sopportare. Questa ipoteca consiste nella normalizzazione della impotenza dello Stato di fronte ai poteri di pochi grossi magnati privati internazionali, con la conseguente impossibilità per le piccole e medie imprese private di poter oltrepassare una certa soglia di benessere.
Tutto ciò ha bloccato per anni la predisposizione di un piano industriale ambizioso in Italia. E poi è venuto il COVID, e ha messo le sue ulteriori conseguenze. Questa ipoteca culturale presente nei sistemi produttivi delle nostre democrazie liberali zoppe, incidendo nelle vite concrete delle persone, rappresenta una vera e propria ipoteca economica, e quindi esistenziale.
Spaventato dai sistemi di dominio egemonico, incastrato nonché castrato tra i chiaroscuri degli eccessi di burocrazie, al cittadino medio non basta il vezzo delle mezze libertà per salvare l’ulteriore corso sociale e produttivo del proprio esistere.
Non basta l’illusione di appostarsi come leoni su Facebook, o come tigri su Twitter, non basta avere uno smartphone e una connessione potente, non occorre diventare i personaggi che ci permettono di diventare, senza essere davvero cittadini.
Servono le infrastrutture del PIL, e più equità meritocratica nella gestione riformatrice di quel PIL europeo.
Se alle imprese serve vendere ciò che si produce, e se ai lavoratori subordinati serve più stabilità e maggiore robustezza nella gestione dei propri consumi e dei propri progetti di vita familiare, occorre essere molto molto vigili in Europa, affinché libertà economiche e diritti sociali non siano mai svenduti sugli altari delle mode ideologiche globaliste del momento, che mettono a repentaglio le tasche di tante nostre imprese locali, e con esse, le vite di tutte le famiglie di impresari e di dipendenti che grazie a quelle realtà aziendali vivono o, nei peggiori dei casi, sopravvivono. Il green non deve mai essere ideologicamente e dirigisticamente liberticida delle economie reali dal basso. Deve essere invece una opportunità per il nostro amato pianeta.
L’Europa ha tanta buona sostanza patriottica occidentale, e tanta esperienza mediterranea, per capire quali sono i metodi per implementare la coesione socioeconomica nonché territoriale dei suoi popoli in una patria davvero sociale, in cui le attenzioni liberali partano dal basso con l’intento di fruttificare e prosperare i capitali societari e umani sui territori.
A questo giro di vite su Scampia e sulle tante Scampia d’Italia, servono più liberali dal basso che da Scampia volino a Bruxelles, per fare l’Europa, in quanto italiani, in quanto persone capaci di riconoscere la miseria, il riscatto sociale collettivo, la voglia di libertà economiche e di sicurezza economica sugli investimenti, insieme ad un irrinunciabile senso di comunità.
Insieme all’intelligenza artificiale generativa, sviluppiamo la sensibilità che risiede nel cuore dell’intelligenza umana.
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