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“Ma com’era la pace?”, come immedesimarsi nelle sofferenze degli ucraini

Senatrice Presidente della commissione sanità
“Ma com’era la pace?”, come immedesimarsi nelle sofferenze degli ucraini

Quando il tempo che viviamo è così crudele come la devastazione della guerra in Ucraina ognuno di noi cerca di comprendere, immedesimarsi nelle sofferenze della sua popolazione. Ecco perché in questi giorni ho trovato rifugio nella rilettura di un racconto lungo di uno scrittore che adoro, Sándor Márai. “Liberazione” è il titolo dello scritto, ambientato a Budapest durante la seconda guerra mondiale. Sono descritte con profondità le condizioni disumane delle persone nei rifugi della città assediata. E nel nostro tempo, disabituati come eravamo ormai alle distruzioni della guerra nel cuore dell’Europa, possiamo identificarci nella vita degli ucraini negli scantinati delle loro città.  Orribile.

“Ma com’era la pace?”, si chiede Erzsébet la giovane protagonista del racconto, come se qualcuno, molto tempo prima, le avesse raccontato della pace, come se ne avesse letto soltanto nei libri, nei grandi libri che hanno titoli come “Guerra e Pace“. Ed è proprio il capolavoro di Tolstoj che evoca Sandor Marai per parlare dell’incontro tra la sua eroina e il soldato russo che era atteso come un liberatore ma che poi la realtà  si rivelerà diversa da quella attesa. “Guerra e pace” come possibile punto di contatto. In fondo è un romanzo scritto da un russo. Un’altra rilettura da fare in questo tempo difficile.