Non vinci le elezioni, ma diventi lo stesso cancelliere? Non sarebbe una novità per la Germania. Lo ha già sperimentato una volta Helmut Kohl, nel lontano 1976. Quando la sua CDU/CSU era diventata primo partito, ma la FDP continuava a governare con l’SPD, eleggendo cancelliere Helmut Schmidt che con i suoi socialdemocratici alle urne era arrivato solo secondo.
Quasi mezzo secolo dopo, la FDP torna ad essere decisiva. È nelle mani di Christian Lindner (ed in quelle dei verdi) rendere cancelliere Armin Laschet oppure Olaf Scholz. Nelle discussioni televisive in Germania, subito dopo le prime proiezioni, Lindner non ha fatto mistero di quale sia la sua preferenza: una coalizione con l’Unione. Con la CDU/CSU la FDP è più sicura di poter raggiungere uno dei suoi obiettivi elettorali: una riduzione delle tasse. Scholz, durante la sua campagna elettorale, aveva puntato invece sul salario minimo ed aveva annunciato l’intenzione di introdurre una tassa per ricchi.
Ma il gioco politico è solo cominciato. Alla fine sarà una sorta di asta. Diventerà cancelliere chi può offrire di più ai potenziali partner di Governo. Per quanto riguarda i verdi, la scelta del partner di coalizione non sembra destare grandi problemi. Sia la SPD che la CDU/CSU hanno sottolineato come una politica del clima ed una svolta ecologica sia parte della loro linea di governo. Decisivi saranno i punti concreti. Dal 2030 in poi vogliono vietare macchine a combustione interna, permettere solo macchine elettriche. Non è una richiesta facile da digerire. Sia per la SPD, che per la CDU/CSU. La base dei verdi, in maggioranza, é orientata verso la SPD. Ma nelle diverse Regioni i verdi si sono mostrati molto flessibili nella loro scelta del partner di coalizione: la base non ha ostacolato né un’alleanza con la SPD, né con la CDU.
Allora, la FDP é il vero ago della bilancia. Gli occhi in Germania sono puntati su Lindner. Se adesso si orienta verso la CDU/CSU, nessuno lo può criticare. Già in campagna elettorale aveva detto espressamente che questa è la sua coalizione preferita perché, secondo Lindner, i punti programmatici della FDF coincidono maggiormente con quelli dell’Unione piuttosto che con quelli della SPD. Inoltre anche l’aspetto personale non è da sottovalutare: Lindner e Laschet si conoscono da anni. Quattro anni fa hanno già creato una loro coalizione CDU/FDP nel Land del Nordrhein-Westfalen, la regione di origine di Lindner. Non sembra invece essere una questione di posti. Sia in una coalizione giamaica con Laschet (nero/Unione-verde-giallo/FDP) che in una coalizione semaforo con Scholz (rosso/SPD-verdi-giallo/FDP) è molto probabile che Lindner diventi il nuovo ministro delle finanze della Germania. Il ché non sarebbe una prospettiva esaltante per l’Italia. Lindner era uno dei più feroci critici di Draghi quando era presidente della banca centrale europea. Sosteneva l’uscita della Grecia dall’Euro e nella discussione sul Recovery Fonds era contro gli eurobonds.
Olaf Scholz invece rischia di rimanere con il cerino in mano. È un’ironia della sorte perché ha fatto riemergere i socialdemocratici in un modo eccellente. Mesi fa nessuna credeva in una rinascita dei socialdemocratici. Con il suo pragmatismo e realismo (un po’ alla Merkel) ha reso la SPD, che per anni veniva data come perdente, il primo partito in Germania. Adesso rischia di diventare un triste vincitore. Ma Scholz è sempre stato un combattente tranquillo. Non alza mai la voce. Ha una grande tenacia. E continua a lottare per poter conquistare il Kanzleramt. Subito dopo le prime proiezioni ha sottolineato che si può immaginare benissimo una coalizione semaforo, ed ha aperto la porta alla FDP.
Il grande vantaggio di Scholz: è lui il cancelliere che i tedeschi preferiscono. Il grande risultato della SPD in fondo è il risultato di Scholz. Negli ultimi giorni della campagna elettorale la SPD ha lavorato con lo slogan: chi vuole Scholz cancelliere deve votare la SPD. I risultati elettorali indicano Scholz in grande vantaggio rispetto a Laschet come cancelliere preferito dei tedeschi. Che apprezzano la sua competenza, la sua serietà e la sua esperienza. Mentre Laschet è stato il re delle gaffe durante la campagna elettorale. Anche il giorno delle elezioni, quando ha suscitato grandi ironie sui social perché per sbaglio ha piegato la sua schede elettorale in modo che ognuno potesse vedere il suo voto.
Ma adesso contano altre cose. Il poker del potere fra Scholz e Laschet è aperto. Una partita, il cui esito verrà deciso da Lindner (insieme ai verdi).
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