Ok, il bonus green per la mobilità sostenibile (rimborso del 60% su monopattini elettrici e biciclette, anche a pedalata assistita, fino a un massimo di 500 euro) è un buon passo in avanti. Nasce anche da una proposta di Italia Viva Milano Metropolitana e dal grande lavoro svolto del Senatore Comincini per farla diventare legge. Bene anche la rinnovata volontà di sindaci e Ministra di insistere nella realizzazione di nuove piste ciclabili che a tendere possano divenire reali autostrade per biciclette, soprattutto a pedalata assistita, ovvero che ci si possa muovere in sicurezza all’interno delle aree metropolitane e dalle stesse fino ai centri urbani, con uno sforzo non esasperato, una attività fisica senza dubbio efficace e soprattutto una mobilità del tutto sostenibile. Bene, qui ci siamo. E allora, allora perché era così necessario spingersi oltre il muro della ragionevolezza con un Ecobonus al 110%?
Mettiamo ordine, cos’è l’Ecobonus? L’Ecobonus è un incentivo che lo Stato fornisce ai cittadini, in termini di detrazione/sconto Irpef, per interventi di efficientamento energetico degli edifici, dei condomini o delle case private. Per carità, sono certo si tratti di un ottimo incentivo, peraltro già preesistente con coperture del credito inferiori e che ha certo movimentato il mercato degli interventi edilizi a sostegno della sostenibilità ambientale.
Rientrano nell’Ecobonus interventi quali la cappottatura degli edifici, il rifacimento dei serramenti, l’installazione di caldaie a condensazione, gli impianti solari o fotovoltaici a tetto, così come le colonnine di ricarica per le auto elettriche. Ma cosa si intende per Ecobonus al 110% come previsto dall’ultimo decreto? Significa che chiunque sia cittadino italiano, abbia una prima casa o una seconda in un condominio, potrà avere non più uno sconto ma addirittura un margine del 10% aggiuntivo oltre il costo dello stesso investimento a sostegno dell’ambiente. Un rimborso totale con un ulteriore extra a favore del cittadino del 10%. Tutto ciò sembra mostrare solo il lato positivo della soluzione, ma la realtà è che un mercato gratuito, ovvero a costo dello Stato, ovvero a costo nostro (perché tutto torna, ricordiamocelo), non farà altro che pompare in maniera sconsiderata i singoli prezzi, creando quindi una bolla di mercato, non certo indifferente, che al termine dell’Ecobonus sarà complicato riportare alla normalità e dalla quale qualcuno trarrà vantaggi, e altri molti di meno, tanto “paga lo Stato” … A questo deve essere aggiunto un altro pensiero strettamente connesso: gli stanziamenti previsti dall’ultimo decreto daranno certamente una spinta a quel settore di mercato ma, a causa dell’ovvio costo per singolo intervento, se ne svolgeranno di meno a carico dei condomini, bensì un numero molto più elevato attraverso istituti bancari – ora formalmente coinvolti nella cessione del relativo credito e che quindi ovviamente si garantiranno il giusto profitto rispetto alla percentuale totale – di fatto estromettendo società specifiche del settore che avrebbero, oltre che la disponibilità finanziaria, anche quella tecnica/gestionale per l’ottenimento massimizzato di risultati di efficientamento energetico, e perché no, economico (che però non sarà più, purtroppo, il vero driver). Fermo restando il fatto che i fondi che lo Stato ha previsto sono ufficiosamente “cappati”, pertanto quando lo si deciderà, l’Ecobonus vantaggioso oltre ogni limite immaginifico, scomparirà. E questo ricorda quanto già successo oltre dieci anni fa, quando l’Italia esasperò la realizzazione incentivata di impianti fotovoltaici, diventando per quasi un lustro un modello da seguire in quanto a produzione da rinnovabili, salvo poi rendersi conto che i fondi incentivanti stavano per esaurirsi, e, con i rubinetti chiusi da un giorno all’altro, l’indotto delle rinnovabili – soprattutto fotovoltaico – andò a gambe all’aria, con migliaia di persone che persero il lavoro e un settore fermo, immobile per anni, lontano anni luce dalla ben meno soleggiata (ma efficiente a livello governativo) Germania…
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