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Teatro: lasciatevi portare a Rimini durante l’apocalisse

Insegnante, giornalista e scrittore
Teatro: lasciatevi portare a Rimini durante l’apocalisse

 

Tocca tornare a teatro, gente. Se non altro per vedere come l’arte prova a raccontare la buffa apocalisse che stiamo vivendo. “Apocalisse? Roba da romanzo…”  dice non a caso uno dei personaggi dell’atto unico Rimini, andato in scena il 7 ottobre alla Biblioteca Teatro Quarticciolo di Roma e ora in tournée in giro per l’Italia, “Pier Vittorio ci aveva scritto due righe su: Rimini se non sbaglio… Non uno dei suoi migliori romanzi, infatti io non l’ho letto. Però ne ho sentito parlare…”.

Pier Vittorio è Tondelli, lo scrittore di Correggio morto davvero troppo presto, a 36 anni, vittima dell’AIDS e del silenzio, su cui famiglia e istituzioni locali han fatto calare una cappa che puzza di incenso e benpensantismo. Me lo chiamano “scrittore delle pianure” (!) negli pseudo-documentari firmati da giornaliste che diventano esperte di ogni qual cosa il calendario proponga come anniversario. “Scrittore delle pianure”!, come un andreadecarlo qualunque. Come chiamare Boccaccio “scrittore delle colline”.

Rimini, che quando uscì vendette 100mila copie anche grazie a un’efficacissima e paraculissima copertina da lettura sotto l’ombrellone, è uno dei suoi romanzi meno memorabili: una superfetazione in ambito thriller davvero poco riuscita. Ma il famigerato “cineocchio” dello scrittore non ha fallito nell’immortalare sulla pagina questo formidabile non-luogo che è Rimini, capitale del divertimento estivo per un continente, più che per una nazione.

La famosa cittadina della riviera romagnola in cui si ambientano le storie di Tondelli è rappresentata dall’autore come il luogo per nulla ameno della seduzione di massa. Rimini e la sua riviera sono descritte dall’autore come un caleidoscopico lunapark per adulti nel quale vigono regole “altre”, nei gesti, nel linguaggio e nei comportamenti. Per il turista, non importa se italiano o straniero, andare in spiaggia o in discoteca a Rimini vuol dire uscire per qualche ora o settimana dal rito monotono della routine in bianco e nero ed entrare nel mito a colori.

L’idea della trasposizione teatrale è nata dalla drammaturgia di Giulia Quadrelli e Francesco Tozzi, per la regia di Mario Scandale, con la recitazione del gruppo RMN. I due autori sono riusciti a raccontare quel che volevano, avendo l’accortezza di  spaziare in altri e migliori scritti di Tondelli. L’oggetto rimane dunque Rimini, questa misteriosa, e come fa a diventare il centro d’Europa in qualche settimana estiva. Chi vive a Rimini? Chi lavora a Rimini? Cosa è Rimini? Che ritmo c’è a Rimini? Cosa fa Rimini a te che ci vai?

Lo spunto teatrale è dato dal protagonista del romanzo tondelliano, Marco Bauer, giornalista spedito in Romagna per fare il dorso adriatico del suo quotidiano. Sul palco, ci si fa condurre da lui in “interviste” a personaggi tipici ma non stereotipizzati della Riviera. E, come sempre, dietro a una storia di successo, ci sono tante storie. E ogni storia non è unica, come insegna Chimamanda Ngozi Adichie, si può raccontare in tante chiavi. Una spolverata di apocatastasi non manca avendo voluto trasporre il romanzo – che nell’originale tondelliano si ficcò come una zeppa nel mezzo degli anni 80 – fra il 2019 e il 2020, anno covidi. Qui, gli autori han dato il meglio di sé. E quindi attraversiamo una Rimini spettrale sotto pandemia. Robetta difficile da rendere a teatro, datemi retta. E questi signori del Gruppo RMN ci sono riusciti.
Cercatevi dove si trova questo spettacolo (il 15 ottobre a Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, il 21 e 22 febbraio prossimi a Terni e il 28 febbraio 2023 all’ITC Teatro di San Lazzaro di Savena, quello della fiera e della canzone gucciniana, vicino Bologna) e andatevelo a vedere. Non solo troverete degli attori superlativi (Luisa Borini, Lorenzo Carpinelli, Leo Merati, Giulia Quadrelli, Chiara Sarcona) che recitano, cantano, ballano, fanno coreografie non proprio elementari e sono così bravi da potersi permettere anche di far finta di recitare male quando devono fare la parte dell’influencer tonta che vive di “direttefacebook” (ancora un plauso a Chiara Sarcona).
Soprattutto, assisterete a un testo teatrale dinamico e di critica sociale. Pane amaro di questi tempi in cui ognuno si rifugia nella sua bolla zuccherosa. Fatevi un favore, cercateli.