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Vogliamo una Germania europea, non un’Europa tedesca!

Consigliera politica al Parlamento europeo
Vogliamo una Germania europea, non un’Europa tedesca!

Premetto che trovo assolutamente insopportabile la ricerca costante di un capro espiatorio a volte anche da parte dei media italiani. No la Germania non è cattiva, del resto LA Germania non vuol dire nulla. Come in tutti i paesi esiste una posizione di Governo che al suo interno tra l’altro non è omogeneo, esistono posizioni più conservatrici del Governo (gli amici di Salvini dell’AfD che sono assolutamente contro qualsiasi forma di solidarietà con altri paesi europei, compreso il trasferimento di pazienti lombardi in ospedali tedeschi), c’è chi come i Verdi tedeschi hanno posizioni progressiste e estremamente pro europee e infine c’è un’opinione pubblica polivalente come in tutte le democrazie del mondo.

Della sentenza Karlsruhe è l’impatto politico che spaventa, più che il rischio economico, per lo meno nell’immediato. A dimostrarlo è la serenità dei mercati che non hanno dato segni di fibrillazione al seguito della sentenza. Una gaffe di Christine Lagarde all’inizio della crisi aveva procurato ben più danni, con lo spread che era schizzato alle stelle.

Se il rischio economico non è imminente, il messaggio politico che esce dalla sentenza è grave e merita di essere analizzato. La sentenza del 5 maggio è un rigurgito sovranista, perché mettendo in dubbio il giudizio della Corte di giustizia europea del 2008 sul quantitative easing (QE), la Corte tedesca calpesta il pilastro sul quale si posa l’Unione e cioè la superiorità del diritto comunitario sui diritti nazionali. Ma la sentenza è anche un riflesso chiaramente nazionalista. In sostanza la Corte afferma che la politica monetaria europea non ha sufficientemente preso in considerazione gli interessi dei risparmiatori e degli azionisti tedeschi. In effetti la BCE di super Mario ha chiaramente fatto la scelta di sostenere crescita e impiego tenendo i tassi vicino allo zero, sacrificando i profitti dei risparmiatori. Ed ecco che la Corte tedesca chiede che sia dimostrata la “proporzionalità” della politica della BCE e quindi che siano presi in considerazione gli inconvenienti per la sola Germania. Siamo al di fuori di qualsiasi logica comunitaria e di cooperazione, perché quello che la Corte sta implicitamente dicendo è che contano di più i risparmiatori tedeschi dei disoccupati italiani, spagnoli o greci. Siamo di fronte ad una reazione totalmente imperialista da parte della Corte tedesca che non ha mancato di suscitare reazioni molto violente nel dibattito interno in Germania.

I governi della Polonia e dell’Ungheria hanno immediatamente manifestato la loro soddisfazione di fronte alla sentenza della Corte tedesca. Perché se stabiliamo che il diritto nazionale premia su quello comunitario, allora diventerà impossibile condannare Victor Orban quando mette a tacere i media o il governo di Varsavia (anche loro amici intimi di Salvini e Meloni) quando autorizza delle “no gay zone” nelle città polacche cioè zone “libere dall’ideologia gay” e quindi implicitamente vietate agli omosessuali…Se ascoltassimo Karlsruhe, a partire da oggi ognuno fa quel che gli pare ed è la fine dell’Euro e anche dell’Unione europea.

La corte costituzionale tedesca e dico bene la Corte è diventata un problema per l’Europa. La Corte costituzionale non LA Germania! I media tedeschi hanno condannato l’ingerenza politica della Corte quasi all’unanimità e anche il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ha preso le distanze dalla sentenza. Peter Meier-Beck (giudice della Corte di Cassazione tedesca) attacca violentemente la Sentenza del 5 maggio definendola “un attacco contro l’UE in quanto comunità di diritto”. La presidente della Commissione, Ursula Von der Layen ha (con poca convinzione) minacciato di aprire una procedura di infrazione contro la Germania per non rispetto della supremazia del diritto comunitario. Sarebbe il caso di farlo dato che tra l’altro l’antecedente esiste – la Francia fu messa in causa dalla Commissione proprio in ragione di un giudizio espresso dal Consiglio di Stato francese.

Questo rigurgito sovranista e nazionalista tedesco ha tanto di istinto suicida perché come ama ripeterlo Enrico Letta nelle sue conferenze, in Europa ci sono due tipi di paesi: quelli piccoli e quelli che non sanno ancora di essere piccoli! Nel 2050 nessuna economia europea farà parte del G7, neppure quella tedesca. La Germania sa che ha bisogno dell’Unione europea se vuole continuare a stare nella corte dei grandi ed è probabilmente proprio da un sentimento di impotenza che nasce questo tentativo di “tedeschizzazione” dell’Europa.

Ma l’Unione europea non diventerà il sedicesimo Lander tedesco, che si mettano l’anima in pace i giudici della Corte!

E Angela Merkel in che campo sta? Con i sovranisti, nazionalisti della Corte costituzionale tedesca, scelta che alla lunga, metterebbe in pericolo l’euro e provocherebbe, l’uscita della Germania dalla corte dei grandi? Oppure con la Francia che insieme ad una decina di altri paesi (fra cui l’Italia), propone un piano di rilancio dell’economia dotato di 1000 a 1500 miliardi di euro? Un piano alimentato da prestiti fatti dalla Commissione con la garanzia comune dei 27 Stati membri, per permettere di prendere in prestito denaro a tassi bassissimi. Questi soldi sarebbero in parte dei prestiti e in parte delle sovvenzioni, cioè dei transfert dalle zone più ricche alle zone più in difficoltà e più impattate dall’epidemia. Insomma, una vera solidarietà europea!
Angela Merkel ha inizialmente chiesto alla BCE di spiegare la sua politica monetaria come lo chiede la sentenza della Corte costituzionale, il che equivale a chiedere ad una istituzione europea di sottomettersi al diritto tedesco… per poi cambiare totalmente rotta e dichiarare, mercoledì 13 maggio davanti al Bundestag, il suo attaccamento alla moneta unica che vuole preservare a tutti i costi e la sua volontà per una maggiore “integrazione” economica e politica della zona euro. La Cancelliera ha infine ricordato la necessità di mostrarsi solidali verso i membri più in difficoltà della zona euro, senza precisare pero che forma avrebbe preso questa solidarietà!
Non ci resta che attendere il prossimo Consiglio europeo del 18 e 19 giugno per vedere se Angela Merkel avrà la forza politica per non cedere ai giudici sovranisti della Corte tedesca e fare il passo dell’unione politica perché come lo disse Jacques Delors, “quella monetaria non basta”!
Si dice spesso che l’Europa si faccia grazie alle crisi, e che sia davvero cosi?