A conferma che l’allarme lanciato è giusto, Monica Romano è stata presa a sua volta di mira. Con insulti e minacce. La consigliera milanese del Pd ha osato dire che i video postati sulla pagina Fb e Instagram di “Milano bella da dio” con le immagini di presunte borseggiatrici non dovrebbero stare lì. Che invece di filmare e condividere, alimentando la violenza, si dovrebbe denunciare alle autorità preposte. Bravissima e coraggiosissima, Romano.

«Credo – ha detto in una intervista al Corriere della sera – che chiunque sia in possesso di materiale di questo tipo debba consegnarlo alle forze dell’ordine. Questo è l’unico modo per porre fine alla questione dei furti in metrò. Chi difende questi sceriffi improvvisati dovrebbe seriamente ripassare i fondamentali sulle regole di convivenza civile in uno Stato di diritto». Monica Romano denuncerà gli haters che si sono scatenati contro di lei. I gestori dell’account “Milano bella da dio” hanno condiviso il post in cui lei accusava la pratica – che anche noi definiamo – barbara e sono partite le offese e le minacce. Nel suo caso, gli insulti sono ancora più pesanti: è la prima donna transgender al Consiglio comunale di Milano. Non vedevano l’ora di prenderla di mira anche per questo.

Romano dice di aver paura. Non si sente tranquilla. Siamo andate a vedere anche noi la pagina sotto accusa e siamo rimaste scioccate. I video sono una caccia alla rom. Spesso non si capisce bene neanche che cosa sia accaduto, si vedono gli insulti, le spinte e le donne che vengono accusate di furto che hanno paura. In quelle immagini lo Stato di diritto non c’è, è totalmente fuori campo, sparito dall’inquadratura, defunto. Ciò che resta è la rabbia delle persone, la loro ira che potrebbe sfociare in comportamenti più violenti. Il passo è breve. Se cade lo Stato di diritto, qualsiasi risposta è possibile. Un altro consigliere Pd, Michele Albiani, ha scritto un post molto duro. «Sono mesi che lo dico ovunque (in consiglio, in tv etc), ma evidentemente lo devo scrivere, così faccio prima: #Milanobelladadio, e tutto il sistema che gli gira intorno, fa schifo. Non arriverei a parlare di squadrismo, ma di becera fame di soldi alle spalle della salute mentale della nostra città. Infatti utilizzano materiale girato da cittadini… per ottenere visibilità, pubblicizzare i loro eventi in discoteca…».

Quei video fanno paura. Mostrano una società dove si risponde a un (presunto) reato con la violenza, con il linciaggio. Non è la prima volta che i social scatenano meccanismi di questo tipo, ma si è superato il limite della convivenza civile. Valerio Staffelli di Striscia, che sta facendo una campagna contro chi ruba sui mezzi pubblici a Milano, dica anche lui che non è linciando che si risolvono i problemi. Prenda le distanze da chi sta cavalcando la paura e istiga alla violenza.

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