L'anniversario
Borsellino nel ricordo delle Ville Vesuviane, Miranda: “Tramutare la memoria in azione”
Due le iniziative promosse dalla Fondazione del patrimonio napoletano per commemorare la figura del magistrato simbolo della lotta alla mafia
A distanza di 33 anni dalla tragica scomparsa di Paolo Borsellino, insieme a cinque agenti della sua scorta, la Fondazione Ente Ville Vesuviane ha deciso di commemorare il ricordo del magistrato, simbolo della lotta alla mafia, con due iniziative, il 19 e il 23 luglio, dedicate alla cultura e alla legalità. Due punti saldi nell’operato della Fondazione, come ha spiegato il suo presidente, Gennaro Miranda.
Villa Campolieto, la sede della Fondazione, ospiterà le due iniziative in memoria di Paolo Borsellino. Com’è nata l’idea di organizzarle e come si svolgeranno?
«Noi dobbiamo conservare il suo ricordo e abbiamo un dovere di testimonianza verso le nuove generazioni. Oggi, in mattinata, sarà deposto un omaggio floreale davanti a Palazzo Borsellino, ad Ercolano, a cui seguirà un incontro nella villa per promuovere la cultura della legalità attraverso il confronto con istituzioni, scuole e cittadini. Il prossimo 23 luglio, sempre alla villa, si terrà un altro evento in ricordo del magistrato, alla presenza del viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, e di rappresentanti del mondo universitario, dell’economia, della giustizia e della lotta contro la criminalità. Mi piacerebbe anche che ci fossero i più giovani, ma mi rendo conto che la data, in piena estate, non è delle migliori…».
Facciamo un passo indietro, restando in tema di legalità. L’impegno della Fondazione si è concretizzato un mese fa con la firma del Protocollo d’Intesa. Di che cosa si tratta e perché è così importante per la vostra associazione?
«Abbiamo sottoscritto un accordo con il tribunale di Napoli e quello di Torre Annunziata, insieme a Luigi La Rocca, direttore del Dipartimento per la Tutela del patrimonio culturale del Ministero della Cultura. Questo Protocollo ci dà grande forza per incidere sugli obiettivi strategici della nostra associazione: la tutela e la conservazione delle Ville Vesuviane insieme alla loro promozione e valorizzazione. Ci permette di esercitare meglio il nostro ruolo attraverso un’azione diretta e condivisa».
Nella presentazione della commemorazione ha scritto “Ricordare Borsellino significa trasformare la memoria in azione”. Come possiamo realizzarlo nel concreto?
«Quest’anno, tra le tracce dell’esame di maturità, ce n’era una che riprendeva un brano di Pasolini: una riflessione sul trascorrere del tempo. La memoria di Borsellino non può essere cancellata, ma si deve tramandare. Dobbiamo passare il testimone e il ricordo di eroi come Borsellino che, altrimenti, i giovani di oggi non potrebbero conoscere e trasmettere a chi verrà dopo di loro.
Per trasformare il pensiero in azione, abbiamo sottoscritto protocolli d’intesa con quasi tutti gli istituti scolastici superiori del Miglio d’Oro (tra Torre del Greco ed Ercolano) partendo dall’idea che i giovani devono vivere le ville non da turisti, ma da protagonisti. E in questo modo possiamo farli appassionare a questo patrimonio, come i nostri nonni e genitori hanno fatto con noi».
Parlando di nuove generazioni, qual è la missione delle Ville Vesuviane, in quanto sito di legalità e di cultura?
«In un mondo in cui si inseguono influencer e tendenze, abbiamo il dovere di raccontare ai nostri ragazzi, anche attraverso incontri e iniziative, che i modelli, gli esempi da seguire rimangono giganti come Falcone e Borsellino. Uno degli obiettivi della Fondazione è proprio questo: riuscire a trasformare il pensiero in azione, accendendo nei cuori delle giovani generazioni l’orgoglio di appartenere a un territorio meraviglioso, ricco di bellezza senza tempo, come quella che contraddistingue le Ville Vesuviane».
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